Caccia e animali,Come non si fanno i calendari venatori. Ultime pronunce del Consiglio di Stato in sede cautelare.
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Come non si fanno i calendari venatori. Ultime pronunce del Consiglio di Stato in sede cautelare.
di Stefano DELIPERI
Rifiuti.Delitto previsto dall'art. 6, comma 1, lett. d) d.l. n. 172 del 2008 reato istantaneo
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Cass. Sez. III n. 54358 del 5 dicembre 2018 (Up 5 ott 2018)
Pres. Ramacci Est. Corbetta Ric. Crasci
Rifiuti.Delitto previsto dall'art. 6, comma 1, lett. d) d.l. n. 172 del 2008 reato istantaneo
Il delitto previsto dall'art. 6, comma 1, lett. d) d.l. n. 172 del 2008, convertito con modificazioni con legge n. 210 del 2008, applicabile per i territori in cui vige lo stato di emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti, così come l'omologo reato contravvenzionale previsto dall'art. 256, comma 1, d.lgs. n. 152 del 2006 (vigente in tutto il restante territorio nazionale), costituisce reato istantaneo per la cui integrazione è sufficiente anche un unico trasporto abusivo di rifiuti
Ambiente in genere.Note in materia di prescrizioni, Parte VI-bis del Testo Unico (dlv 152\06)
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Note in materia di prescrizioni, Parte VI-bis del Testo Unico (dlv 152\06)
di Giovanni LENGUEGLIA
Urbanistica.Disposizioni per il recupero del patrimonio edilizio esistente
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Corte Costituzionale sent. 245 del 27 dicembre 2018
Oggetto: Edilizia e urbanistica - Norme della Regione Abruzzo - Disposizioni per il recupero del patrimonio edilizio esistente - Destinazioni d'uso e contenimento dell'uso del suolo - Requisiti tecnici degli interventi di recupero - Previsione che il recupero di vani e locali è ammesso anche in deroga ai limiti e prescrizioni edilizie degli strumenti urbanistici ed edilizi comunali vigenti, ovvero in assenza dei medesimi.
Disposizioni applicative e ambiti di esclusione - Applicazione diretta sul territorio comunale con valenza prevalente ai regolamenti edilizi vigenti - Esclusione nelle aree soggette a vincoli di inedificabilità assoluta dagli atti di pianificazione territoriale ovvero nelle aree a elevato rischio geologico o idrogeologico.
Applicazione del Piano Demaniale marittimo regionale sulle aree della Riserva Naturale Pineta Dannunziana - Previsione che le aree inserite nella Riserva Naturale Pineta Dannunziana, perimetrale all'interno del Piano Demaniale Comunale, sono soggette alla disciplina esclusiva del Piano Marittimo Regionale, ovvero di quello Comunale di recepimento, prevalente su ogni altra legislazione e/o normativa anche di tipo sovraordinato o ambientale, assunte in epoca antecedente alla pianificazione regionale.
Dispositivo: illegittimità costituzionale - illegittimità costituzionale parziale - non fondatezza
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Aria.Getto pericoloso di cose e attività produttive
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Cass. Sez. III n. 54209 del 4 dicembre 2018 (Up 23 ott 2018)
Pres. Sarno Est. Gai Ric. Tirapelle
Aria.Getto pericoloso di cose e attività produttive
Per le attività produttive occorra distinguere l'ipotesi che siano svolte senza autorizzazione (perché non prevista o perché non richiesta o ottenuta) oppure in conformità alle previste autorizzazioni. Nella prima ipotesi, il contrasto con gli interessi protetti dalla disposizione di legge va valutato secondo criteri di "stretta tollerabilità", mentre laddove l’attività è esercitata secondo l’autorizzazione e senza superamento dei limiti di questa, si deve fare riferimento alla "normale tollerabilità" delle persone quale si ricava dal contenuto dell’art. 844 cod. civ. Qualora sia riscontrata l’autorizzazione e il rispetto dei limiti di questa, una responsabilità potrà comunque sussistere qualora l'azienda non adotti quegli accorgimenti tecnici ragionevolmente utilizzabili per ulteriormente abbattere l'impatto sulla realtà esterna.
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Sviluppo sostenibile.Centrali a biomasse e assimilazione alle centrali termoelettriche
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TAR Piemonte Sez. I n.1273 del 26 novembre 2018
Sviluppo sostenibile.Centrali a biomasse e assimilazione alle centrali termoelettriche
L’assimilazione delle centrali a biomasse alle centrali termoelettriche previste dal DM. 5.9.1994 non può essere operata solo sulla base di considerazioni terminologiche o delle soluzioni adottate dalla Presidenza del Consiglio con riferimento ad altri impianti, ma deve considerare, sulla base di idonei contributi tecnici, l’omogeneità o la differenza sostanziale sussistente tra i nuovi impianti di produzione di energia elettrica a biomasse (non considerati in sede di emanazione del DM 5 settembre 1994, in quanto non particolarmente diffusi all’epoca) e le centrali termoelettriche, sotto il profilo dell’emissione di “vapori, gas o altre esalazioni insalubri” e, quindi, in definitiva, del possibile impatto sulle salute degli abitanti le zone circostanti. In mancanza di una valutazione in sede di decreto ministeriale e di una valutazione tecnica in ordine alla sostanziale equivalenza degli impatti dannosi sulla salute derivanti dalle centrali termoelettriche (nella versione tecnologica prevalente nel 1994) e dalle centrali a biomasse, non può concludersi per la natura di industria insalubre di un impianto, sulla base del mero riferimento al dato terminologico o di generiche considerazioni in ordine al processo produttivo utilizzato
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