Rifiuti.La compartecipazione criminosa al reato di realizzazione e gestione di una discarica abusiva di rifiuti
La compartecipazione criminosa al reato di realizzazione e gestione di una discarica abusiva di rifiuti
di Vincenzo PAONE
Elettrosmog.Criteri di installazione delle infrastrutture di rete
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Consiglio di Stato Sez. VI n. 3325 del 16 aprile 2025
Elettrosmog.Criteri di installazione delle infrastrutture di rete
Le infrastrutture di rete costituiscono opere a standard tecnico, ovvero fanno parte di quelle attrezzature necessarie per assicurare ad un’area l’idoneità insediativa sul piano tecnico (al pari delle strade residenziali, i parcheggi, le fognature, la rete idrica, la rete di distribuzione dell’energia elettrica e del gas, la pubblica illuminazione), prima ancora che relazionale (come invece le opere di urbanizzazione secondaria). In quanto indispensabili rispetto all’edificabilità dell’area, le infrastrutture di rete sono compatibili con qualsiasi destinazione urbanistica e, dunque, con ogni zona del territorio comunale. L’assimilazione ad ogni effetto alle opere di urbanizzazione primaria non significa che le predette infrastrutture possano essere localizzate indiscriminatamente in ogni parte del territorio comunale. Sono fatte salve le limitazioni ‒ poste da specifiche disposizioni di legge ‒ imposte da esigenze imperative connesse alla difesa, alla sicurezza dello Stato, alla protezione civile, alla tutela dell’ambiente, alla protezione dei dati personali e alla salute pubblica (art. 3, comma 4, del Codice), nonché a tutela dei beni culturali e delle servitù militari (art. 43 comma 5, del Codice).
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Urbanistica.Limitato ambito di applicazione dell'art.36-bis TUE
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Cass. Sez. III n. 16689 del 6 maggio 2025 (CC 3 apr 2025)
Pres. Ramacci Est. Liberati Ric. Lanzi
Urbanistica.Limitato ambito di applicazione dell'art.36-bis TUE
L’art. 36-bis TUE, avente ad oggetto un nuovo accertamento di conformità urbanistica, riguarda gli interventi eseguiti in parziale difformità dal permesso di costruire o dalla SCIA alternativa o con variazioni essenziali, e gli interventi eseguiti in assenza o difformità dalla SCIA semplice, e non è, quindi applicabile a ipotesi di opere realizzate in totale assenza del permesso di costruire
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Rifiuti.Inquinamento e obblighi di bonifica
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Consiglio di Stato Sez. IV n. 3251 del 15 aprile 2025
Rifiuti.Inquinamento e obblighi di bonifica
L’accertamento del nesso fra una determinata presunta causa di inquinamento ed i relativi effetti si basa sul criterio del “più probabile che non”, ovvero richiede che il nesso eziologico ipotizzato dall’autorità competente sia più probabile della sua negazione. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, nell’interpretare il principio “chi inquina paga” (che consiste nell’addossare ai soggetti responsabili i costi cui occorre far fronte per prevenire, ridurre o eliminare l’inquinamento prodotto), ha fornito una nozione di causa in termini di aumento del rischio, ovvero come contribuzione da parte del produttore al rischio del verificarsi dell’inquinamento.
Acque.Inquinamento da navi: la Corte dei Conti Europea denuncia che “siamo ancora in cattive acque”
Inquinamento da navi: la Corte dei Conti Europea denuncia che “siamo ancora in cattive acque”
di Gianfranco AMENDOLA
Rifiuti.Abbandono e responsabilità
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Consiglio di Stato n. 3255 del 15 aprile 2025
Rifiuti.Abbandono e responsabilità
Il potere-dovere di ordinare la rimozione e il ripristino dello stato dei luoghi deve essere esercitato senza indugio non solo nei confronti di chi abbandona sine titulo i rifiuti (il quale realizza la propria condotta col dolo e con l’animus derelinquendi), ma anche del proprietario o del titolare di altro diritto reale cui la violazione sia imputabile a titolo di dolo o di colpa. Il comma 3 dell’art.192, ritiene sufficiente la colpa nell’ambito della quale rientra la negligenza. Nel suo significato lessicale, la “negligentia” (vale a dire la mancata “diligentia”) consiste nella trascuratezza e nella incuria nella gestione di un proprio bene, cioè nell’assenza della cura, della vigilanza, della custodia e della buona amministrazione del bene. L’art. 192 attribuisce rilievo alla negligenza del proprietario - da accertarsi caso per caso e in concreto anche con riferimento al profilo causale del deposito incontrollato - che si disinteressi per un apprezzabile lasso di tempo del proprio bene per una qualsiasi ragione e resti inerte, senza affrontare effettivamente la situazione (attraverso segnalazioni alle autorità di polizia, installazione di recinzioni, attività ed opere di sorveglianza, periodica rimozione dei rifiuti e così via), ovvero la affronti con misure palesemente inadeguate. La condotta illecita del terzo, ovvero la proliferazione delle condotte illecite di terzi, non è di per sé una causa che rende non imputabile al proprietario l’evento (la trasformazione del suo terreno in discarica abusiva), né interrompe il nesso di causalità tra la sua condotta colposa (id est, caratterizzata dalla trascuratezza e dalla incuria) e l’evento, ovvero la lesione dell’ambiente (quando costituisce un fatto prevedibile e prevenibile).
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