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LEXAMBIENTE Rivista giuridica a cura di Luca Ramacci - ISSN 2499-3174
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  • Urbanistica.Demolizione e irrilevanza della declaratoria di prescrizione per frazioni della condotta
  • Ambiente in genere.Condizioni sufficienti per il legittimo esercizio del potere extra ordinem da parte del Sindaco
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  • Rifiuti. Responsabilità degli enti collettivi da reato (ipotesi di truffa)

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Urbanistica.Fabbricato ritenuto pericoloso per la pubblica incolumità e potere di ordinanza

Dettagli
Categoria principale: Urbanistica
Categoria: Consiglio di Stato
Pubblicato: 20 Gennaio 2025
Visite: 2557

Consiglio di Stato Sez. IV n. 9935 del 10 dicembre 2024
Urbanistica.Fabbricato ritenuto pericoloso per la pubblica incolumità e potere di ordinanza
  
Ai fini dell'emanazione delle ordinanze contingibili e urgenti da parte del Sindaco ex art. 54 T.U.E.L., volte a prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità dei cittadini, stante l'indispensabile celerità che caratterizza l'intervento, si può anche prescindere dalla verifica della responsabilità di un determinato evento dannoso provocato dal privato interessato non avendo l'ordinanza de qua carattere sanzionatorio, ma solo ripristinatorio, per essere diretta solamente alla rimozione dello stato di pericolo ed a prevenire danni all’incolumità pubblica (fattispecie relativa al divieto, a titolo cautelare, dell’uso di una struttura, ingiungendo di rendere l’area inaccessibile, rafforzando la recinzione, nonché “entro 90 giorni di procedere alla messa in sicurezza del fabbricato e dell’intera area, procedendo al taglio ed alla rimozione del solaio relativo al terrazzo balcone…ponendo in atto quant’altro necessario per la sicurezza e stabilità dell’opera” 

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Urbanistica.Condono e promissario acquirente

Dettagli
Categoria principale: Urbanistica
Categoria: Cassazione Penale
Pubblicato: 17 Gennaio 2025
Visite: 2317

Cass. Sez. III n. 47637 del 31 dicembre 2024 (CC 27 nov 2024)
Pres. Ramacci Rel. Noviello Ric. PM in proc. Schiattarella 
Urbanistica.Condono e promissario acquirente

La sola posizione soggettiva del promissario acquirente, non qualificata da altri dati fondanti un interesse reale meritevole di tutela anche sul piano della procedura amministrativa di sanatoria, quali la concreta disponibilità del bene ovvero il consenso del proprietario alla presentazione della domanda di condono, come evidenziato talvolta in giurisprudenza, non radica un interesse qualificato; tanto più ove si consideri la disciplina propria del contratto preliminare, che non preclude la possibilità della mancata conclusione del contratto definitivo non solo da parte del promissario alienante, ma anche ad opera del promissario acquirente né tantomeno garantisce sine die le garanzie del regime delle trascrizioni ex art. 2645 bis cod. civ., con possibile rilevanza e prevalenza di posizioni di terzi rispetto al promissario acquirente: con la possibilità, quindi, che, innescata una procedura di condono da parte di quest’ultimo, la stessa proceda e venga definita, anche positivamente, formalmente a suo favore, tuttavia in assenza di una stipula del contratto definitivo. Laddove un tale esito appare allora compatibile nel sistema normativo vigente, civilistico e amministrativo, solo in presenza di un interesse qualificato, nei termini suddetti, del promissario acquirente. 

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Rifiuti.Rimozione e responsabilità proprietario del fondo

Dettagli
Categoria principale: Rifiuti
Categoria: Giurisprudenza Amministrativa TAR
Pubblicato: 17 Gennaio 2025
Visite: 2121

TAR Marche Sez. I n. 897 del 20 novembre 2024
Rifiuti.Rimozione e responsabilità proprietario del fondo

Per ordinare la rimozione dei rifiuti al proprietario del fondo, all'ente locale è generalmente preclusa la possibilità di esercitare il potere extra ordinem di cui agli artt. 50 e 54 del TUEL, potendo disporre dell'ordinario strumento di cui all'art. 192 del D.Lgs. 152 del 2006, previa dimostrazione, attraverso un'istruttoria completa, della sussistenza di profili di responsabilità a carico del proprietario, dandone conto in un'esauriente motivazione (anche fondata su presunzioni o massime d'esperienza), senza che sia, all'opposto, sufficiente ascrivere in capo al titolare di diritti reali sul bene una generica "culpa in vigilando", non accompagnata, da comportamenti omissivi caratterizzati da colpa, quali ad esempio l'inerzia dimostrata nel non essersi adoperato con misure efficaci per evitare il ripetersi di episodi analoghi, già in precedenza accertati e contestati.

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Rifiuti.Abbandono o deposito incontrollato di rifiuti da parte di titolari di imprese o di responsabili di enti

Dettagli
Categoria principale: Rifiuti
Categoria: Cassazione Penale
Pubblicato: 16 Gennaio 2025
Visite: 3179

Cass. Sez. III n. 45422 del 11 dicembre 2024 (UP 27 nov 2024)
Pres. Ramacci Rel. Noviello Ric. Fabbri 
Rifiuti.Abbandono o deposito incontrollato di rifiuti da parte di titolari di imprese o di responsabili di enti

La contravvenzione di abbandono o deposito incontrollato di rifiuti da parte di titolari di imprese o di responsabili di enti, di cui all'art. 256, comma 2, d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, si pone in rapporto di specialità, ex art. 15 cod. pen., con quella sanzionante le analoghe condotte tenute, a far data dal 10 ottobre 2023, da soggetti che non rivestono tali qualifiche soggettive, prevista dall'art. 255, comma 1, d.lgs. citato, come novellato dall'art. 6-ter d.l. 10 agosto 2023, n. 105, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 ottobre 2023, n. 137, in precedenza, costituenti illecito amministrativo. Ai fini della configurabilità della contravvenzione di cui all'art. 256, comma 2, d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152, è necessaria la sola qualifica soggettiva dell'autore della condotta e non anche la derivazione dei rifiuti abbandonati dalla specifica attività di impresa, integrandosi la stessa ogniqualvolta i titolari di impresa o i responsabili di enti abbandonano o depositano in modo incontrollato non solo i rifiuti di propria produzione, ma anche quelli di diversa provenienza, atteso che il collegamento tra le fattispecie rispettivamente previste dai commi 1 e 2 del citato art. 256 riguarda il solo trattamento sanzionatorio e non anche la parte precettiva.

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Caccia e animali.Criteri per la revoca della licenza di porto di fucile per uso caccia

Dettagli
Categoria principale: Caccia e Animali
Categoria: Consiglio di Stato
Pubblicato: 16 Gennaio 2025
Visite: 1958

Consiglio di Stato Sez. 9818 del 6 dicembre 2024
Caccia e animali.Criteri per la revoca della licenza di porto di fucile per uso caccia  

L’esercizio del potere di vietare la detenzione di armi e munizioni e di quello di revocare i titoli abilitativi rilasciati in materia è funzionale alla protezione di beni di prima importanza, come quelli relativi alla salvaguardia della incolumità dei cittadini e dell’ordine pubblico: beni minacciati dalla attribuzione della facoltà di detenere armi e, a fortiori, di quella di circolare armati a soggetti che non offrano ogni più ampia garanzia di corretto uso di quelle facoltà. L’Amministrazione, nell’esercizio del suddetto potere, gode di ampia discrezionalità nell’apprezzare l’affidabilità dell’interessato anche alla luce delle condotte dal medesimo poste in essere, tanto più significative al suddetto fine in ragione del grado di approssimazione ravvisabile tra quelle condotte e la materia delle armi. La linea di confine, valicata la quale la valutazione dei comportamenti e della personalità dell’interessato sfocia in un giudizio prognostico negativo in ordine alla sua affidabilità, non è tracciabile in modo predeterminato, essendo condizionata dalla natura delle condotte poste in essere e dalla valenza sintomatica alle stesse riconoscibili in ordine al futuro comportamento dell’interessato. La discrezionalità di cui gode l’Amministrazione in subiecta materia non è comunque illimitata, in quanto è circoscritta dalla necessità che le valutazioni dalla stessa poste in essere siano conformi a criteri di adeguatezza istruttoria, veridicità fattuale, completezza valutativa, logicità, ragionevolezza, proporzionalità e partecipazione procedimentale. Il sindacato del giudice amministrativo è appunto preordinato a verificare che l’Amministrazione si sia attenuta a quei criteri, di modo che il provvedimento restrittivo si atteggi a misura ragionata e ponderata di gestione del complesso equilibrio tra libertà dell’interessato (di disporre di strumenti di difesa o anche solo di soddisfacimento dei suoi interessi di ordine ludico, come nel caso dell’attività venatoria) e tutela degli interessi pubblici.

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Rifiuti.Reato di omessa bonifica dei siti inquinati 

Dettagli
Categoria principale: Rifiuti
Categoria: Cassazione Penale
Pubblicato: 15 Gennaio 2025
Visite: 2336

Cass. Sez. III n. 46549 del 18 dicembre 2024 (CC 3 ott 2024)
Pres. Ramacci Est. Liberati Ric. Tim
Rifiuti.Reato di omessa bonifica dei siti inquinati 

Il reato di omessa bonifica dei siti inquinati ha natura permanente e il relativo termine decorre dal momento dell'esecuzione degli interventi di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale dell'area e non dal precedente sequestro del sito inquinante, che non giova a far cessare la condotta antigiuridica 

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  • Urbanistica.Ambito di applicazione dell'art. 35 TU 
  • Rifiuti.Applicabilità art. 131-bis 
  • Urbanistica.Distanza delle costruzioni dalle linee ferrate
  • Rifiuti.Attività di raccolta di veicoli fuori uso in assenza di autorizzazione
  • Beni culturali.Nozione di opera monumentale
  • Urbanistica.Nozione di totale difformità
  • Urbanistica.Valutazione degli abusi edilizi
  • Urbanistica.Giudice penale e titolo abilitativo
  • Urbanistica.Applicabilità art. 34-bis del TU edilizia
  • Urbanistica.Diritto all'abitazione ed esecuzione ordine di demolizione di immobile

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