Beni Ambientali.Sanzioni amministrative
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Corte costituzionale n. 19 del 19 febbraio 2024
Oggetto: - Paesaggio - Sanzioni amministrative - Norme della Regione Lombardia - Applicazione obbligatoria della sanzione pecuniaria, prevista dall'art. 167 del decreto legislativo n. 42 del 2004, in alternativa alla rimessione in pristino, anche nell'ipotesi di assenza di danno ambientale - Prevista quantificazione in relazione al profitto conseguito e, comunque, in misura non inferiore all'ottanta per cento del costo teorico di realizzazione delle opere e/o lavori abusivi - Denunciata disciplina sanzionatoria difforme da quella statale che usa quali parametri per la determinazione della sanzione unicamente il danno arrecato o il profitto conseguito.
Dispositivo: illegittimità costituzionale parziale
Beni ambientali.La condicio iuris per la vigenza dell’art. 2 d.P.R. 31-2017
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La condicio iuris per la vigenza dell’art. 2 d.P.R. 31/2017
(Commento a Cass. penale, Sez. III, n. 7538/2024, n. 36545/2022 e n. 39429/2018)
di Massimo GRISANTI
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Beni culturali.Accertamento diritto di proprietà della PA e giurisdizione
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Cass. Civ. SS.UU. n. 2481 del 26 gennaio 2024
Pres. D'Ascola Est. Scoditti Ric. Urbs srl
Beni culturali.Accertamento diritto di proprietà della PA e giurisdizione
Sull'accertamento del diritto di proprietà nei confronti della P.A. la giurisdizione spetta del giudice amministrativo, se il fatto estintivo di quello costitutivo del diritto dominicale è un provvedimento amministrativo di esercizio della prelazione artistica, asseritamente illegittimo, benché emanato in base a una norma attributiva del relativo potere e non in carenza assoluta di questo. (Principio affermato dalla S.C. in relazione alla dichiarazione di nullità - di cui all'art. 29 della l. n. 364 del 1909 - delle alienazioni effettuate contro i divieti contenuti nella legge stessa, individuata quale condizione di legittimità dell'esercizio del potere di prelazione previsto dall'art. 6 della citata disciplina legislativa).
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Ambiente in genere.Criteri assoggettamento a VIA
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TAR Sicilia (PA) Sez. II n. 185 del 19 gennaio 2024
Ambiente in genere.Criteri assoggettamento a VIA
La logica di tutela dell'ambiente, e non certo di punizione, sottesa all'assoggettamento a V.I.A., non può non orientare verso la stessa in tutti i casi in cui si ritenga necessario un approfondimento progettuale ben più pregnante della mera integrazione e chiarimento richiedibile in fase di screening. Disquisire circa la necessità di esplicitare il grado di verificabilità del nocumento ambientale in termini possibilistici, piuttosto che probabilistici, equivale ad introdurre limitazioni alla discrezionalità amministrativa non desumibili dalla norma: è chiaro, infatti, che deve trattarsi di un giudizio di prognosi, intrinseco alla sua effettuazione preventiva; ma lo è altrettanto che laddove per fattori obiettivamente esternati se ne ipotizzi la lesività, appare corretto cautelarsi - rectius, più propriamente, cautelare la collettività e quindi, in senso più ampio, l'ambiente - non impedendo la realizzazione dell'intervento, ma semplicemente imponendo l'approfondimento dei suoi esiti finali. Ove, infatti, si aderisse alla tesi opposta, ovvero si pretendesse nella fase di screening lo stesso approfondimento di potenziale lesività ambientale che connota la V.I.A. vera e propria, non se ne comprenderebbe la reiterazione in tale fase successiva, ridotta sostanzialmente ad un inutile duplicato di quanto già preliminarmente accertato. La sottoposizione a V.I.A., dunque, ben può conseguire ad una scelta di cautela, seppur adeguatamente motivata in relazione a fattori di oggettiva pericolosità rivenienti dagli indici di cui all'Allegato V al Codice ambientale, stante che ciò implica solo il rinvio ad un più approfondito scrutinio della progettualità proposta, che dalle ragioni dello stesso non risulta comunque in alcun modo condizionata
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Urbanistica.Illegittimità permesso in sanatoria condizionato
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Cass. Sez. III n. 5486 del 7 febbraio 2024 (CC 9 nov. 2023)
Pres. Ramacci Est. Andronio Ric. Cotroneo
Urbanistica.Illegittimità permesso in sanatoria condizionato
E' illegittimo, e non determina l’estinzione del reato edilizio di cui all’art. 44, lettera b), del d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, il rilascio di un permesso di costruire in sanatoria condizionato all’esecuzione di specifici interventi finalizzati a ricondurre il manufatto abusivo nell'alveo di conformità agli strumenti urbanistici, in quanto detta subordinazione contrasta ontologicamente con la ratio della sanatoria, collegabile alla già avvenuta esecuzione delle opere e alla loro integrale rispondenza alla disciplina urbanistica
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Urbanistica.Legittimità ordine di demolizione al proprietario non responsabile che ha acquistato in buona fede
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Consiglio di Stato Sez. VII n. 655 del 22 gennaio 2024
Urbanistica.Legittimità ordine di demolizione al proprietario non responsabile che ha acquistato in buona fede
L’art. 31, commi 2 e 3, del d.P.R. n. 380/2001 individua quali destinatari della sanzione demolitoria, in forma non alternativa ma congiunta, il proprietario e il responsabile dell’abuso; di conseguenza l’ordinanza di demolizione può legittimamente essere emanata nei confronti del proprietario dell’immobile anche se egli non è responsabile della realizzazione dell’opera abusiva, in quanto gli abusi edilizi integrano illeciti permanenti sanzionati in via ripristinatoria, a prescindere dall’accertamento del dolo o della colpa o dall’eventuale stato di buona fede del proprietario rispetto alla commissione dell’illecito. Né soccorre, al fine di addivenire a differenti conclusioni, la circostanza che l’acquisto della proprietà dell’immobile sia avvenuto in buona fede, dovendosi escludere nella fattispecie l’applicazione dei principi di tutela dell’affidamento e di colpevolezza invocati dagli appellanti. La sopra indicata disposizione del d.P.R. n. 380 del 2001 individua, infatti, chiaramente il proprietario come destinatario dell’ordine di demolizione a prescindere dalla sua responsabilità nella realizzazione dell’abuso, coerentemente con il carattere ripristinatorio e non sanzionatorio dell’ordine di demolizione, che non presuppone un previo accertamento di responsabilità, a differenza della successiva acquisizione gratuita al patrimonio comunale
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