Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
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Cass. Sez. III n. 45538 del 1 dicembre 2022 (UP 11 ott 2022)
Pres. Sarno Est. Cerroni Ric. Pollastro
Urbanistica.Usufruttuario immobile abusivo
In tema di reati edilizi, la mera qualifica d’usufruttuario dell’immobile abusivamente realizzato è insufficiente ai fini dell’affermazione della responsabilità penale per il reato di cui all’art. 44, d.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, in quanto è necessario un quid pluris che consenta l’attribuzione al medesimo della qualifica di committente, ovvero di compartecipe con quest’ultimo nella commissione del reato. Siffatto quid pluris, indicativo di tale concorso, deve ritenersi desumibile da elementi concreti, come la presentazione della domanda di condono edilizio, la piena disponibilità giuridica e di fatto del suolo, l’interesse specifico a edificare la nuova costruzione, i rapporti di parentela o di affinità con l’autore materiale delle opere, la riscontrata presenza in loco e lo svolgimento di attività di vigilanza nell’esecuzione dei lavori o il regime patrimoniale dei coniugi.
TAR Toscana, Sez. III n. 1164 del 15 ottobre 2022
Urbanistica.Differenza tra ristrutturazione e restauro-risanamento conservativo
La distinzione fra le categorie del (restauro e) risanamento conservativo e della ristrutturazione edilizia risiede non tanto nella tipologia di interventi realizzabili, in gran parte comuni, quanto nella finalità degli interventi, essendo il risanamento destinato alla conservazione dell'organismo edilizio preesistente mentre la ristrutturazione alla sua trasformazione. In questa prospettiva, la realizzazione di un soppalco costituisce intervento da valutarsi caso per caso, nel senso che soltanto se idoneo a generare un maggiore carico urbanistico esso sarà riconducibile all'ambito della ristrutturazione edilizia, mentre laddove sia tale da dare vita a una superficie accessoria, non utilizzabile per lo stabile soggiorno delle persone, ben potrà essere considerato un intervento minore, compatibile con il risanamento conservativo
TAR Puglia (BA) Sez. III n.1578 del 23 novembre 2022
Beni Ambientali.Autorizzazioni paesaggistiche ed infrastrutture strategiche
L’adozione dell’autorizzazione paesaggistica riguardante opere da eseguirsi da parte di amministrazioni statali va necessariamente rilasciata in esito ad una conferenza di servizi, salvo che per gli interventi di lieve entità, dove opera la procedura semplificata. L’autorizzazione paesaggistica, quale atto autonomo e presupposto rispetto al permesso di costruire o agli altri titoli legittimanti l’intervento urbanistico-edilizio, ha la durata di cinque anni. La proroga di tre anni della durata quinquennale delle autorizzazioni paesaggistiche di cui all’art. 30, comma 3, decreto legge n. 69/2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 98 del 2013, opera solo per le autorizzazioni in corso di efficacia alla data di entrata in vigore della legge di conversione e non per quelle adottate successivamente.
Abbandono di rifiuti e responsabilità “condivisa”: qualche dubbio.
di Vincenzo PAONE
Consiglio di Stato Sez. VI m. 9807 del 8 novembre 2022
Urbanistica.Diffida adottata ai sensi dell'art. 35 TU edilizia
La diffida adottata ai sensi dell'art. 35 del D.P.R. n. 380/2001 è una norma di carattere edilizio e sanziona gli abusi edilizi commessi su beni del demanio o di proprietà dello Stato o di enti pubblici, a prescindere dal fatto che essi, in base a normative di settore, siano o meno consentite: presupposto per la diffida è unicamente il fatto che su un suolo di proprietà pubblica siano state realizzate opere prive del necessario titolo edilizio, sicché tale previsione non è posta a presidio del diritto di difesa del privato. Nello specifico, l’art. 35 del testo unico dell'edilizia, quando precisa che - in presenza di interventi in assenza di permesso di costruire, ovvero in totale o parziale difformità dal medesimo, su suoli del demanio o del patrimonio dello Stato o di enti pubblici - l'Amministrazione comunale ordina al responsabile dell'abuso la demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi previa diffida non rinnovabile, non intende con quest'ultima locuzione assoggettare il potere di vigilanza ad una sorta di decadenza o sanatoria, bensì semplicemente prescrivere al dirigente incaricato di non procrastinare (accordando ulteriori diffide) l'attuazione delle misure necessarie a ripristinare la legalità. Cosicché il provvedimento di demolizione che contenga in sé anche la diffida non è illegittimo e alla diffida può seguire immediatamente l'ordinanza di demolizione, senza che il destinatario possa trarre alcun beneficio dalla sua preventiva notificazione, né alcuna concreta lesione dalla sua mancanza
Cass. Sez. III n. 43245 del 15 novembre 2022 (CC 14 giu 2022)
Pres. Aceto Est. Corbetta Ric. Greco
Urbanistica.Caratteristiche della sanatoria
La sanatoria degli abusi edilizi idonea ad estinguere il reato di cui all'art. 44 del d.P.R. n. 380 del 2001, non ammettendo termini o condizioni, deve riguardare l'intervento edilizio nel suo complesso e può essere conseguita solo qualora ricorrano tutte le condizioni espressamente indicate dall'art. 36 d.P.R. cit. e, precisamente, la doppia conformità delle opere alla disciplina urbanistica vigente sia al momento della realizzazione del manufatto, che al momento della presentazione della domanda di sanatoria, dovendo escludersi la possibilità di una legittimazione postuma di opere originariamente abusive che, solo successivamente, in applicazione della cosiddetta sanatoria "giurisprudenziale" o "impropria", siano divenute conformi alle norme edilizie ovvero agli strumenti di pianificazione urbanistica
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