Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente
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TAR Lazio (LT) Sez. I n. 260 del 30 aprile 2021
Urbanistica.Termine di durata del permesso di costruire
Nel sistema descritto dall' art. 15 del DPR n. 380/03 non è prevista la possibilità della proroga tacita del termine di durata del permesso di costruire. L'art. 15 comma 2 del T.U. 380/2001, che si riferisce ad una decadenza «di diritto», esclude qualsiasi sospensione automatica del termine di durata del permesso edilizio, e quindi a maggior ragione una sua automatica proroga. Richiede invece a tal fine che in ogni caso sia presentata un'istanza di proroga, sulla quale l'amministrazione deve pronunciarsi con un provvedimento espresso, nel quale accerti che i presupposti per accogliere l'istanza effettivamente sussistono.Corollari del suddetto principio, per il quale in caso di presentazione dell’istanza di proroga l’Amministrazione deve pronunciarsi con un provvedimento espresso, sono che, al fine della produzione dell’effetto decadenziale non è necessaria l’adozione, da parte dell’Amministrazione, di un provvedimento espresso sul punto e che la decadenza dal permesso di costruire costituisce l’effetto automatico dell’inutile decorso del termine entro cui i lavori si sarebbero dovuti iniziare e concludere e che, pertanto, essa ha natura non già costitutiva bensì dichiarativa con efficacia ex tunc di un effetto verificatosi ex se e direttamente.
Cass. Sez. III n. 16515 del 30 aprile 2021 (CC 11 mar 2021)
Pres. Di Nicola Est. Mengoni Ric. Tedesco
Caccia e animali.Detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura
In tema di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura, la grave sofferenza degli stessi, elemento oggettivo della fattispecie, deve essere desunta dalle modalità della custodia, che devono essere inconciliabili con la condizione propria dell'animale in situazione di benessere
Consiglio di Stato Sez. II n. 2773 del 6 aprile 2021
Urbanistica.Atti unilaterali d’obbligo accessivi al permesso di costruire
Gli atti unilaterali d’obbligo associati alla concessione ad aedificandum hanno carattere accessivo al permesso di costruire, sono serventi ai fini del rilascio del titolo e non si esauriscono nel modulo negoziale in quanto privi di funzione autonoma. Essi rispondono al paradigma normativo dell’art. 21-nonies della legge n. 241/90, e la loro nullità deve essere verificata non guardando all’atto unilaterale d’obbligo nella sua potenziale veste negoziale quanto invece valorizzandone il profilo teleologico che lo attrae alla piattaforma provvedimentale. La necessità di subordinare il rilascio del titolo abilitativo alla realizzazione di parte delle opere di urbanizzazione si palesa allo stesso modo sia nel caso di un’area vergine che già parzialmente urbanizzata cosicché, pur a voler enfatizzare la necessità di rinvenire un preciso referente normativo nel panorama ordinamentale in grado di suffragare la “tipicità” degli atti unilaterali d’obbligo ai fini del rilascio dei titoli ad aedificandum in aree suscettibili di edificazione diretta, può essere valorizzato l’art. 28 della legge n. 1150/1942
Commissione ecomafia: chi non vuole i controlli ambientali?
di Gianfranco AMENDOLA
TAR Campania (NA) Sez. VI n. 2420 del 16 aprile 2021
Urbanistica.Ordine di demolizione delle opere abusive
Il Comune può disporre la demolizione delle opere risultate abusive, senza previamente respingere la domanda di condono, quando risulti la sussistenza di una situazione di fatto diversa da quella posta in essere a base della domanda, perché nel frattempo i lavori sono proseguiti per cui l’originaria domanda riguardi un manufatto poi modificato con ulteriori lavori abusivi. L'ordine di demolizione, come tutti i provvedimenti sanzionatori in materia edilizia, è atto vincolato e non richiede una specifica valutazione delle ragioni di interesse pubblico, né una comparazione di questo con gli interessi privati coinvolti e sacrificati, né una motivazione sulla sussistenza di un interesse pubblico concreto ed attuale alla demolizione. Il parere della commissione edilizia integrata non è necessario in sede di emanazione dell’ordinanza di demolizione di opere edilizie abusive su area vincolata, dal momento che l’ordine di ripristino discende direttamente dall’applicazione della disciplina edilizia vigente e non costituisce affatto irrogazione di sanzioni discendenti dalla violazione di disposizioni a tutela del paesaggio e, in quanto, sempre nelle condizioni date, non vi è alcun obbligo di far luogo ad accertamenti di danni ambientali, essendo esclusa dalla legge l’applicazione di sanzioni pecuniarie alternative
Cass. Sez. III n. 18145 del 11 maggio 2021 (UP 10 mar 2021)
Pres. Lapalorcia Est. Corbetta Ric. Maroni
Ambiente in genere. Ambito di applicazione dell’art. 29-quaterdecies dlv 152\06
In relazione, in particolare, alla fattispecie di cui al comma 3 dell’artt. 29-quaterdices dlv 152\06, va chiarito che il richiamo alle "emissioni", contenuto nella lett. a), deve essere letto in relazione alla definizione racchiusa nell’art. 5, comma 1, lett. i-septies), d.lgs. n. 152 del 2006, a tenore della quale per emissione si intende "lo scarico diretto o indiretto, da fonti puntiformi o diffuse dell'impianto, opera o infrastruttura, di sostanze, vibrazioni, calore o rumore, agenti fisici o chimici, radiazioni, nell'aria, nell'acqua ovvero nel suolo". Si tratta, conseguentemente, di una definizione che estende l'ambito di operatività della disposizione in esame, applicabile per qualsiasi scarico, anche indiretto, nelle tre matrici ambientali considerate: aria, acque e suolo.
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