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LEXAMBIENTE Rivista giuridica a cura di Luca Ramacci - ISSN 2499-3174
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  • Rifiuti.Potestà legislativa provinciale atti generali e misure per la riduzione dei rifiuti
  • Urbanistica. Soggetto attivo del reato di cui all'articolo 95 TU edilizia
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Rifiuti. Individuazione da parte del Comune di siti non compatibili con gli impianti di smaltimento rifiuti

Dettagli
Categoria principale: Rifiuti
Categoria: Consiglio di Stato
Pubblicato: 18 Settembre 2024
Visite: 1606

Consiglio di Stato Sez. IV n. 6758 del 26 luglio 2024
Rifiuti. Individuazione da parte del Comune di siti non compatibili con gli impianti di smaltimento rifiuti

L’art. 208 comma 6 dlv 152\06 non preclude ai Comuni di individuare, nell’esercizio delle loro competenze in materia urbanistica, siti non compatibili con gli impianti di smaltimento rifiuti, perché se così fosse, per assurdo, non avrebbe senso la norma che ritiene superabili previsioni di questo tipo attraverso il valore di variante che assume il provvedimento autorizzatorio. L’atto comunale che incide in materia quindi non è nullo né illegittimo, soltanto è possibile che la conferenza di servizi, appunto imponendo una variante, motivatamente superi la pianificazione del Comune in tal senso.

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Ecodelitti.Il delitto di omessa bonifica non si applica in caso di violazione dell'art 255 comma 3 dlv 152-2006 

Dettagli
Categoria principale: Ecodelitti
Categoria: Cassazione Penale
Pubblicato: 17 Settembre 2024
Visite: 1642

Cass. Sez. III n. 32117 del 7 agosto 2024 (UP 29 mag 2024)
Pres. Ramacci Rel. Mengoni Ric. Della Corte
Ecodelitti.Il delitto di omessa bonifica non si applica in caso di violazione dell'art. 255, comma 3, dlv 152-2006 

Gli artt. 452-terdecies cod. pen. e 255, comma 3, d. lgs. n. 152 del 2006 contengono disposizioni ispirate alla medesima ratio, tesa a sanzionare comportamenti omissivi tenuti in presenza di (e nonostante) un obbligo di natura pubblicistica di segno positivo, avente ad oggetto attività di recupero e di ripristino e, nel solo caso del delitto, anche di bonifica, a fronte di precedenti comportamenti lesivi – o potenzialmente lesivi - del bene tutelato, quale l’integrità dell’ambiente. Il contenuto  di questi obblighi, peraltro, sembra indicato in termini comuni proprio dal decreto n. 152  in esame, così che per ripristino e ripristino ambientale debbono intendersi gli interventi di riqualificazione ambientale e paesaggistica, anche costituenti complemento degli interventi di bonifica o messa in sicurezza permanente, che consentono di recuperare il sito alla effettiva e definitiva fruibilità per la destinazione d'uso conforme agli strumenti urbanistici (art. 240, lett. q); per bonifica, invece, deve intendersi l'insieme degli interventi atti ad eliminare le fonti di inquinamento e le sostanze inquinanti o a ridurre le concentrazioni delle stesse presenti nel suolo, nel sottosuolo e nelle acque sotterranee ad un livello uguale o inferiore ai valori delle concentrazioni soglia di rischio (CSR) (art. 240, lett. p). Nonostante la comune identità ispiratrice, che si traduce in una evidente vicinanza di lessico, ciascuna delle due disposizioni mantiene tuttavia un proprio spazio operativo, che ne giustifica l’autonoma previsione normativa, anche con riguardo alla differente qualifica formale e, conseguentemente, al trattamento sanzionatorio.

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Rifiuti.Accesso ad area privata da parte di agenti accertatori

Dettagli
Categoria principale: Rifiuti
Categoria: Consiglio di Stato
Pubblicato: 17 Settembre 2024
Visite: 2056

Consiglio di Stato Sez. IV n. 7004 del 6 agosto 2024
Rifiuti.Accesso ad area privata da parte di agenti accertatori

E' legittimo l'accesso di agenti accertatori in un’area privata non qualificabile come “privata dimora”, la cui definizione non può essere considerata equivalente a quella di proprietà privata; gli elementi per attribuire ad un luogo la qualifica di privata dimora sono: l’utilizzazione del luogo per lo svolgimento di manifestazioni della vita privata in modo riservato, la durata apprezzabile del rapporto tra il luogo e la persona e la non accessibilità del luogo da parte dei terzi, senza il consenso del titolare. Ciò rende legittimo il procedimento di cui all’art. 192 del d.lgs. n. 152/2006 avviato a seguito dell'accertamento.

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Ambiente in genere.Concetto di perturbazione e valutazione di incidenza nella direttiva habitat

Dettagli
Categoria principale: Ambiente in genere
Categoria: Consiglio di Stato
Pubblicato: 17 Settembre 2024
Visite: 1407


Consiglio di Stato Sezione V n. 6943 del 2 agosto 2024 
Ambiente in genere.Concetto di perturbazione e valutazione di incidenza nella direttiva habitat

La normativa comunitaria impone agli Stati membri di adottare le opportune misure, al fine di scongiurare il verificarsi di un degrado o di una perturbazione significativi, nonché di evitare qualsiasi peggioramento, causato dall’uomo o di origine naturale prevedibile, degli habitat naturali e degli habitat di specie. Un’attività è conforme all’articolo 6, paragrafo 2, della direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992, allorché siano vulnerati gli obiettivi di conservazione, a prescindere dalla tipologia di attività esercitata e dall’esistenza o meno di opere edilizie. (Il collegio ha ritenuto applicabile, nella fattispecie in esame, il concetto di perturbazione, quale presupposto ineludibile per l’applicabilità della normativa europea e nazionale in materia di valutazione d’incidenza. La vicenda afferisce all’installazione, nel piede dunale, di strutture precarie e amovibili nonché di arredi che, considerati unitariamente e complessivamente nella loro interezza, sono funzionali alla creazione ed allo svolgimento di vere e proprie attività turistico – ricreative all’aria aperta, capaci di fornire servizi ad una molteplicità di fruitori del mare. Da qui la necessità di sottoporre alla preventiva procedura di valutazione di incidenza tutti gli interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento di uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, ma potenzialmente idonei ad avere incidenza significativa sullo stesso).

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Urbanistica.Confisca per lottizzazione abusiva e buona fede dell'acquirente

Dettagli
Categoria principale: Urbanistica
Categoria: Cassazione Penale
Pubblicato: 16 Settembre 2024
Visite: 2032

Cass. Sez. III n. 31818 del 5 agosto 2024 (CC 10 lug 2024)
Pres. Ramacci Rel. Mengoni Ric. Aracri ed altri
Urbanistica.Confisca per lottizzazione abusiva e buona fede dell'acquirente

In tema di confisca di immobile oggetto di lottizzazione abusiva, non può ritenersi automaticamente sussistente la buona fede dell'acquirente per il solo fatto che si sia rivolto per il rogito della compravendita ad un notaio, il cui intervento - sia per la possibilità di incomplete o mendaci dichiarazioni o documentazioni a lui rese o prodotte al fine di non fare emergere l'intento lottizzatorio, sia per l'eventualità di un contributo, doloso o colposo, del pubblico ufficiale alla realizzazione dell'evento illecito - non fa venir meno l'originaria illegalità dell'immobile, né può consentire all'acquirente, in dolo o in colpa, di godere di un bene di provenienza illecita e al costruttore abusivo di conseguire il proprio illecito fine di lucro. Analogamente, non costituisce argomento a sostegno della buona fede l'emissione - da parte del Comune - di cartelle per il pagamento dell’IMU o della TARI: come la prima, infatti, ha per presupposto il mero possesso dell'immobile, così la seconda si fonda sul solo fatto oggettivo dell'occupazione o della detenzione del locale o dell'area scoperta, a qualsiasi uso adibiti, prescindendo dal titolo, giuridico o di fatto, in base al quale l'area o il locale sono occupati o detenuti

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Urbanistica. La CEDU stabilisce che l'ordine di demolizione per costruzione illegale secondo la legge italiana è ripristinatorio e non punitivo

Dettagli
Categoria principale: Urbanistica
Categoria: Giurisprudenza CEDU
Pubblicato: 16 Settembre 2024
Visite: 2157

Corte EDU Sezione I 12 settembre 2024 Longo c/ Italia
L'ordine di demolizione per costruzione illegale secondo la legge italiana è ripristinatorio e non punitivo

Nella sua decisione nel caso Longo c. Italia (ricorso n. 35780/18), la Corte europea dei diritti dell'uomo ha dichiarato all'unanimità il ricorso inammissibile. La decisione è definitiva. Il caso riguardava un ordine di demolizione emesso nell'ambito di una sentenza del 1997 che condannava il sig. Longo per costruzione non autorizzata di un magazzino agricolo di 200 mq in Sicilia. La Corte ha ritenuto, in particolare, che sebbene l'ordine di demolizione in questo caso fosse stato emesso in ambito penale, il suo scopo fosse ripristinatorio – riportare il sito al suo stato precedente – e non punitivo. Dato ciò, non vi era stata alcuna "pena" ai sensi dell'articolo 7 della Convenzione (nessuna pena senza legge) e l'ordine di demolizione non poteva essere soggetto a prescrizione. La Corte ha respinto il ricorso basato su tale articolo.

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  • Danno ambientale.Associazioni portatrici di interessi ambientali ed interesse a ricorrere
  • Ambiente in genere. AIA e prescrizioni del sindaco di cui agli art. 216 e 217 RD 1265-34 
  • Urbanistica.Illegittimità interventi che mutano sostanzialmente un immobile oggetto di condono
  • Ambiente in genere.Procedure di riesame dell’AIA e BAT
  • Rumore.Reato di cui all'art. 659 cp
  • Urbanistica.Caratteristiche della ristrutturazione edilizia
  • Urbanistica.Illegittimità della sanatoria condizionata alla esecuzione di interventi
  • Urbanistica.Revisione peggiorativa della destinazione urbanistica di un’area
  • Rifiuti.Natura permanente del reato di stoccaggio illecito
  • Urbanistica.Contributo di costruzione

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