Nonostante le proteste... pubblicato il decreto sulle scorie nucleari a Scanzano Jonico
Editoriale di Luca RAMACCI pubblicato sul Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno il 22 novembre 2003
Nonostante le proteste, i blocchi stradali e l’interessamento dei mezzi di comunicazione, con inesorabile tempestività il decreto legge che prevede la trasformazione di Scanzano Jonico in cimitero nucleare è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 18 novembre.
Chi si aspettava di capirci qualcosa rimarrà deluso.
Il decreto è estremamente generico e non fornisce quei chiarimenti che forse avrebbero potuto tranquillizzare un po’ la popolazione dello sfortunato paese.
Già le premesse non sono buone: si parla di
straordinaria necessità ed urgenza di assumere iniziative per l'immediata
sistemazione in sicurezza dei rifiuti radioattivi, per la loro
raccolta, smaltimento e stoccaggio in condizioni di massima sicurezza e tutela
dell'ambiente e della salute dei cittadini, ma non si chiarisce come.
Si afferma, inoltre, che “l'attuale
situazione di rischio derivante dalla presenza sul territorio nazionale di tali
rifiuti radioattivi e' caratterizzata da profili di maggiore gravità in
relazione alla
diffusa crisi internazionale, che richiede l'urgente realizzazione di iniziative
di carattere straordinario al fine di tutelare l'interesse nazionale della
sicurezza dello Stato”.
Quindi i timori da più parti manifestati circa la possibilità che Scanzano Jonico diventi un possibile obiettivo di azioni terroristiche non erano del tutto infondati.
La località diventerà deposito nazionale, classificato come opera di difesa militare di proprietà dello Stato.
Questa caratteristica, oltre a garantire procedure più snelle per l’attivazione del sito, rende il posto destinato a raccogliere non solo i rifiuti provenienti dalla disattivazione delle centrali elettronucleari e dagli impianti di ricerca e di fabbricazione del combustibile ma, a quanto sembra di capire leggendo l’articolo 1, di tutti i rifiuti radioattivi con possibilità, quindi, di ampliare quel quantitativo iniziale non indifferente di circa ottantamila metri cubi.
Il completamento delle attività di realizzazione del deposito è previsto entro la fine del 2008 ed avverrà mediante l’esercizio degli ampissimi poteri che, anche in deroga alla legislazione vigente, vengono attribuiti al Commissario straordinario.
Salvo eccezioni determinate da motivi particolari, inoltre, presso il deposito di Scanzano verrà effettuato anche il trattamento ed il condizionamento dei rifiuti radioattivi e la loro messa in sicurezza, con tutti i pericoli che derivano dalla manipolazione di questi materiali, che non verranno soltanto depositati, ma anche “lavorati” sul posto.
Al non roseo futuro che si presenta per la Basilicata non sembra possa offrire una adeguata compensazione l’articolo 4 del decreto legge che prevede misure economiche compensative e una campagna nazionale di informazione sulla gestione in sicurezza dei rifiuti radioattivi.
Qualche soldo e un po’ di rassicurazioni dovrebbero quindi indorare la pillola agli inferociti lucani. Nulla si dice, però, sugli accorgimenti che verranno adottati per garantire la salute dei cittadini e l’integrità dell’ambiente. Bisogna fidarsi e basta.
I modi utilizzati in questa vicenda sono veramente offensivi per la popolazione, le cui esigenze non sono state tenute in minima considerazione.
E’ certo che nessuna città in Italia gradirebbe in regalo le porcherie nucleari dell’intero Paese, ma forse una preventiva consultazione, l’illustrazione nel dettaglio di quanto si sarebbe realizzato fornendo adeguate garanzie di sicurezza avrebbe sortito un effetto diverso. Forse si sarebbe riuscito a far capire che anche un deposito di scorie nucleari realizzato come si deve è perfettamente sicuro.
Trattare invece la gente come si fa con i bambini porta inevitabilmente a chiedersi se sotto sotto non ci sia qualche fregatura.
Luca RAMACCI