(di Luigi Fanizzi - ECOACQUE)
Trattamento preliminare:
ha lo scopo di separare dalle acque reflue le sostanze solide estranee in grado di creare problemi agli impianti di trattamento (detriti, rifiuti solidi, oli, sabbie), attraverso griglie grossolane e fini, dissabbiatori e disoleatori.
Trattamento primario:
ha l\'obiettivo di rimuovere i solidi sospesi totali (acr. SST), prevalentemente di natura organica, presenti nelle acque reflue, mediante processi fisici e/o chimici od altri, a seguito dei quali, prima dello scarico, il BOD5 delle acque in trattamento sia ridotto almeno del 20 % ed i solidi sospesi totali almeno del 50 %. I processi possono essere agevolati attraverso l\'impiego di particolari sostanze coagulanti e/o flocculanti che aumentano il grado di aggregazione delle particelle solide e quindi la loro sedimentabilità.
Trattamento secondario:
è finalizzato all\'abbattimento della sostanza organica biodegradabile ed alla rimozione dei solidi in forma colloidale, non sedimentabili (non separabili, quindi, con trattamenti di tipo fisico), mediante un processo che in genere comporta il trattamento biologico con sedimentazione (c.d. s. secondaria) ovvero mediante altro processo, con cui vengano, comunque, rispettati i requisiti qualitativi di cui alla Tab. 1 dell’Allegato 5 alla Parte III del D. Lgs. n. 152/2006 (riduzioni medie senza nitrificazione: del BOD5 dell’80 %, del COD del 75 % e dei SST del 90 %).
Trattamento terziario:
ha lo scopo di perfezionare la depurazione riducendo il carico di elementi nutrienti (principalmente fosforo ed azoto) presenti nell\'effluente del trattamento secondario. In certi casi il trattamento terziario elimina sostanze poco biodegradabili (c.d. biorefrattarie), che non sono state eliminate attraverso la bioflocculazione-adsorbimento ed il metabolismo batterico del trattamento secondario.
Trattamento appropriato:
insieme di strutture di varia natura (cemento armato, ferro, eccetera) dotate, o meno, di apparecchiature meccaniche e/o elettromeccaniche nelle quali, in spazi sufficientemente ridotti , viene attuato il trattamento delle acque reflue, con il seguente duplice scopo:
1) separare dalle acque le sostanze inquinanti (concentrandole sotto forma solido-fangosa), in modo da garantire, allo scarico, un effluente qualitativamente conforme alle disposizioni di cui alla parte III del D. Lgs. n. 152/2006 (c.d. T.U.A.);
2) provvedere all’adeguato trattamento dei residui solidi, prodotti nel suddetto trattamento, in modo da ridurne il volume e consentirne un corretta gestione, secondo le norme di cui alla parte IV del T.U.A.
Trattamento di disinfezione:
processo tramite il quale, mediante l’utilizzo di agenti chimici e/o fisici, si riduce la carica microbica presente nello scarico, riducendola a valori di concentrazione residua accettabili dal punto di vista sanitario ed ambientale. Ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006, tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane, con potenzialità maggiore di 2000 A.E., ad esclusione di impianti che applicano tecnologie depurative di tipo naturale (quali la fitodepurazione ed il lagunaggio), devono essere dotati di un impianto di disinfezione da utilizzarsi in caso di eventuali emergenze relative a situazioni di rischio sanitario ovvero per garantire il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientali o gli usi in atto del corpo idrico recettore
ha lo scopo di separare dalle acque reflue le sostanze solide estranee in grado di creare problemi agli impianti di trattamento (detriti, rifiuti solidi, oli, sabbie), attraverso griglie grossolane e fini, dissabbiatori e disoleatori.
Trattamento primario:
ha l\'obiettivo di rimuovere i solidi sospesi totali (acr. SST), prevalentemente di natura organica, presenti nelle acque reflue, mediante processi fisici e/o chimici od altri, a seguito dei quali, prima dello scarico, il BOD5 delle acque in trattamento sia ridotto almeno del 20 % ed i solidi sospesi totali almeno del 50 %. I processi possono essere agevolati attraverso l\'impiego di particolari sostanze coagulanti e/o flocculanti che aumentano il grado di aggregazione delle particelle solide e quindi la loro sedimentabilità.
Trattamento secondario:
è finalizzato all\'abbattimento della sostanza organica biodegradabile ed alla rimozione dei solidi in forma colloidale, non sedimentabili (non separabili, quindi, con trattamenti di tipo fisico), mediante un processo che in genere comporta il trattamento biologico con sedimentazione (c.d. s. secondaria) ovvero mediante altro processo, con cui vengano, comunque, rispettati i requisiti qualitativi di cui alla Tab. 1 dell’Allegato 5 alla Parte III del D. Lgs. n. 152/2006 (riduzioni medie senza nitrificazione: del BOD5 dell’80 %, del COD del 75 % e dei SST del 90 %).
Trattamento terziario:
ha lo scopo di perfezionare la depurazione riducendo il carico di elementi nutrienti (principalmente fosforo ed azoto) presenti nell\'effluente del trattamento secondario. In certi casi il trattamento terziario elimina sostanze poco biodegradabili (c.d. biorefrattarie), che non sono state eliminate attraverso la bioflocculazione-adsorbimento ed il metabolismo batterico del trattamento secondario.
Trattamento appropriato:
insieme di strutture di varia natura (cemento armato, ferro, eccetera) dotate, o meno, di apparecchiature meccaniche e/o elettromeccaniche nelle quali, in spazi sufficientemente ridotti , viene attuato il trattamento delle acque reflue, con il seguente duplice scopo:
1) separare dalle acque le sostanze inquinanti (concentrandole sotto forma solido-fangosa), in modo da garantire, allo scarico, un effluente qualitativamente conforme alle disposizioni di cui alla parte III del D. Lgs. n. 152/2006 (c.d. T.U.A.);
2) provvedere all’adeguato trattamento dei residui solidi, prodotti nel suddetto trattamento, in modo da ridurne il volume e consentirne un corretta gestione, secondo le norme di cui alla parte IV del T.U.A.
Trattamento di disinfezione:
processo tramite il quale, mediante l’utilizzo di agenti chimici e/o fisici, si riduce la carica microbica presente nello scarico, riducendola a valori di concentrazione residua accettabili dal punto di vista sanitario ed ambientale. Ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006, tutti gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane, con potenzialità maggiore di 2000 A.E., ad esclusione di impianti che applicano tecnologie depurative di tipo naturale (quali la fitodepurazione ed il lagunaggio), devono essere dotati di un impianto di disinfezione da utilizzarsi in caso di eventuali emergenze relative a situazioni di rischio sanitario ovvero per garantire il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientali o gli usi in atto del corpo idrico recettore