Lexambiente - Rivista Trimestrale di Diritto Penale dell'Ambiente  

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Radio Vaticana, cardinale condannato per inquinamento elettromagnetico
Dieci giorni di reclusione per padre Borgomeo e il porporato Roberto Tucci
Esulta il Codacons: "Ora papa Benedetto XVI sposti le antenne"
Continua l'indagine della procura sull'aumento di tumori a Roma nord
(dal sito repubblica.it)

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Antenne di Radio Vaticana

ROMA - "Getto pericoloso di cose". Con questa motivazione il tribunale di Roma ha condannato a dieci giorni di reclusione due dei responsabili di Radio Vaticana accusati di aver provocato l'inquinamento elettromagnetico nella zona di Cesano, a nord di Roma. Sono padre Pasquale Borgomeo, direttore generale e il cardinale Roberto Tucci, presidente del comitato di gestione. Il terzo imputato, il vicedirettore tecnico Costantino Pacifici, è stato invece assolto per non aver commesso il fatto in quanto la sua opera è stata limitata all'esecuzione degli ordini relativi al funzionamento dell'impianto di Radio Vaticana.

La sentenza è stata emessa dal giudice Luisa Martoni dopo una camera di consiglio durata circa mezz'ora. All'uscita dall'aula alcuni cittadini di Cesano hanno accolto con applausi i pm, Gianfranco Amendola e Stefano Pesci. Per condannare padre Borgomeo e il cardinale Tucci, quest'ultimo limitatamente a fatti avvenuti entro il 2000, il giudice Martoni ha disposto il risarcimento dei danni alle parti civile costituite nel procedimento: 5.800 euro a Legambiente, 850 a Cittadinanzattiva; ai Comitati Roma-Nord 5.120 euro e al Codacons 5.800.

Nell'udienza del 18 novembre dello scorso anno i magistrati Amendola e Pesci avevano sollecitato una condanna degli imputati a quindici giorni di arresto con sospensione condizionale della pena subordinata alla eliminazione della situazione di pericolo e al risarcimento dei danni. Per loro il giudice ha oggi stabilito la sospensione della pena.

Secondo l'accusa sarebbero stati sforati, tra il 2001 e il 2003, i limiti precauzionali nelle emissioni di onde elettromagnetiche fissati dall'apposito decreto ministeriale a tutela della persona umana. La responsabilità degli imputati, secondo la pubblica accusa, sarebbe dimostrata da una serie di testimonianze dibattimentali, che hanno ribadito l'esistenza di onde magnetiche in quantità tale da interferire con apparecchiature tecniche, la presenza in alcuni casi di malesseri fisici e stati di ansia nei cittadini.

A questo proposito, i pm nel corso della loro requisitoria avevano anche ricordato alcuni dei fenomeni che sono stati segnalati nel corso delle indagini: citofoni dai quali si sentivano i programmi di Radio Vaticana, disturbi a telefoni, fax e computer, fino a vibrazioni di lampadari. Sul presunto inquinamento elettromagnetico a Nord della capitale, la procura di Roma ha da tempo aperto un altro fascicolo nel quale, sulla base di alcune denunce, si ipotizza il reato di omicidio colposo a carico di sei indagati. Nell'ambito di questa inchiesta, lo scorso 18 marzo, lo stesso procuratore Amendola, ha ottenuto dal gup Zaira Secchi di far svolgere, tramite incidente probatorio, una perizia per accertare se sia possibile stabilire un nesso tra l'emissione di onde elettromagnetiche e l'incremento di tumori e leucemie a Cesano e La Storta. In queste aree si trova, oltre agli impianti di radio Vaticana, anche un sito radar della Marina Militare.

E il Codacons parla di sentenza rivoluzionaria "perché per la prima volta la magistratura italiana condanna un Cardinale per la violazione dell'articolo 674 del codice penale dopo che la Cassazione aveva respinto l'eccezione di difetto di giurisdizione sugli alti prelati dirigenti della radio. Grazie a questa sentenza - prosegue l'associazione - adesso anche l'indagine della Procura di Roma per omicidio, legata alle onde elettromagnetiche di Radio Vaticana, subirà un positivo impulso". Il Codacons si appella infine al nuovo papa Benedetto XVI "affinché le antenne di Radio Vaticana siano spostate lontano dalle zone abitate, onde tutelare la salute dei cittadini".