di Luca RAMACCI
Pubblicata sulla rubrica "Ecolex" in La Nuova Ecologia Aprile 2007
Si parla, ogni tanto, della scarsa considerazione per il diritto ambientale nei tribunali.
Gli unici giudici specializzati sono nella terza sezione della Cassazione. Tra quelli di merito conta molto, invece, l’interesse del singolo per questa materia che richiede costante aggiornamento e che non tutti hanno il tempo o la voglia di affrontare.
Così, quando si dimenticano gli interessi che ruotano intorno a questa materia - paragonabili, come mi diceva un vecchio collega, a quelli del diritto societario e fallimentare – i processi per reati ambientali sono liquidati come noiose formalità ritenendo più importante, o soltanto più semplice da trattare, un processo per reati “tradizionali”.
E’ evidente che nessuno si sognerebbe mai di paragonare il traffico di stupefacenti o la rapina a mano armata con un abuso edilizio o un abbandono di rifiuti ma non è nemmeno giusto sottovalutare, come spesso avviene, i reati ambientali.
L’attenzione che meritano non deve essere semplicisticamente bollata come il risultato di un ambientalismo esagerato, perché dietro violazioni apparentemente di scarso rilievo possono nascondersi comportamenti ben più gravi.
Non si tratta soltanto delle cosiddette ecomafie, anche se l’attenzione della criminalità organizzata per certi settori dovrebbe già far riflettere, ma anche di comportamenti all’interno delle pubbliche amministrazioni che possono andare dal semplice e ormai quasi dimenticato abuso d’ufficio a fatti ben più gravi.
Di questo non pare tengano conto quei (pochi, per fortuna) uffici dove i reati ambientali vengono sottovalutati e affidati, proprio perché non se ne può fare a meno, ai colleghi ultimi arrivati. L’attenzione cresce, talvolta, quando la stampa si occupa di qualche episodio rilevante che offre visibilità mediatica. Poi tutto ritorna come prima.
Non è un caso che tra di noi “mondezzai” (è questo il soprannome che ci siamo dati) ci conosciamo tutti.
Ogni tanto ci chiamano a parlare delle nostre esperienze professionali agli altri colleghi. Qualcuno si appassiona e diventa dei nostri, altri trovano conferma del fatto che questa materia non è di interesse e amici come prima perché ognuno ha i suoi gusti e anch’io non mi occuperei mai di certe materie, neppure se avessi raddoppiato lo stipendio.
Ma le cose pare cambino, perché il CSM dedica a questa materia qualche corso di aggiornamento, e i capi di alcuni uffici giudiziari hanno restituito pari dignità alle violazioni ambientali.
Speriamo che non sia solo perché i “pretori ‘assalto” di una volta hanno ormai raggiunto una certa età ed hanno fatto carriera.