Cass. Sez. III n. 46860 del 18 dicembre 2007 (ud. 16 ott. 2007)
Pres. De Maio Est. Marmo Ric. Pulejo
Alimenti. Detenzione di alimenti surgelati in cattivo stato di conservazione - Alimento fresco, confezionato da altro produttore, surgelato dal detentore - Operazione di surgelazione avvenuta in difetto delle condizioni di legge - Reato - Configurabilità - Ragioni.

In tema di alimenti, configura il reato di detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione (art. 5, lett. b, L. 30 aprile 1962, n. 283), la detenzione di alimenti surgelati in violazione del disposto dell\'art. 3 D.Lgs. 27 gennaio 1992, n. 110 (Attuazione della direttiva 89/108/CEE in materia di alimenti surgelati destinati all\'alimentazione umana), ove la preparazione dei prodotti da surgelare e l\'operazione di surgelamento non siano effettuate "senza indugio" ed osservando le modalità normativamente descritte. (Fattispecie nella quale l\'alimento, acquistato fresco dal produttore, era stato surgelato dall\'acquirente pochi giorni prima della scadenza).
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

Composta dagli Ill.mi Magistrati: Udienza pubblica
Dott. DE MAIO Guido - Presidente - del 16/10/2007
Dott. TARDINO Vincenzo Luigi - Consigliere - SENTENZA
Dott. GENTILE Mario - Consigliere - N. 2410
Dott. MARMO Margherita - rel. Consigliere - REGISTRO GENERALE
Dott. MARINI Luigi - Consigliere - N. 1543/2006
ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) PULEJO CARMELO, N. il 19/09/1963;
avverso la SENTENZA del 24/11/2005 TRIB. SEZ. DIST. di Milazzo;
Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;
Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARMO Margherita;
Udito il Pubblico Ministero in persona del sostituto procuratore generale DI POPOLO Angelo, che ha concluso chiedendo "l\'annullamento con rinvio per nuovo esame".
SVOLGIMENTO DEL PROCESSO
Con sentenza pronunciata il 24 novembre 2005, con motivazione depositata il 1 dicembre 2005, il Tribunale di Barcellona P.G., sezione distaccata di Milazzo, dichiarava PULEJO Carmelo responsabile della contravvenzione prevista e punita dalla L. n. 283 del 1962, art. 5, lett. B), perché, in Milazzo, il 9 marzo 2005, in qualità di amministratore unico della ditta S.I.R., Società Italiana Ristorazione, deteneva della fesa di tacchino, da impiegare nella preparazione di alimenti e nella distribuzione per il consumo, in cattivo stato di conservazione, scaduta il 30 gennaio 2005 e lo condannava alla pena di euro diecimila di ammenda, oltre che al pagamento delle spese processuali.
Ha proposto ricorso per cassazione l\'imputato chiedendo l\'annullamento dell\'impugnata sentenza per il motivo che sarà nel prosieguo analiticamente esaminato.
MOTIVI DELLA DECISIONE
Con un unico articolato motivo il ricorrente lamenta la violazione di cui all\'art. 606 c.p.p., lett. b) ed e) in relazione alla L. n. 283 del 1962, art. 5 lett. b), al D.Lgs. n. 110 del 1992 ed all\'art. 530 del codice di procedura penale.
Deduce il ricorrente che il Tribunale di Barcellona P.G. non aveva spiegato le ragioni per cui aveva ritenuto che la ditta Sir avesse operato in maniera illegittima e non conforme alle previsioni di cui al D.Lgs. n. 110 del 1992, art. 3, comma 2, secondo il quale il procedimento di surgelamento deve avvenire "senza indugio", atteso che il prodotto acquistato fresco in data 26 gennaio 2006 era stato surgelato in pari data.
A seguito di ciò il consumo non doveva più avvenire alla data di scadenza prevista per il prodotto fresco, (30 gennaio 2005), bensì entro un anno dal surgelamento e quindi entro il 30 gennaio 2006. Inoltre il ricorrente, dopo aver precisato che la ditta SIR era in possesso di regolare autorizzazione per la produzione ed il confezionamento di alimenti surgelati rilasciata in data 13 luglio 2004 ai sensi del D.Lgs. n. 110 del 1992, rileva che il procedimento attuato dalla ditta per surgelare il prodotto era conforme alla disciplina dettata dall\'art. 3 della citata normativa attuativa della Direttiva Comunitaria n. 89/108 CEE.
Erano infatti state provate le ineccepibili condizioni igieniche degli stabilimenti interessati all\'ispezione, la freschezza del prodotto e la qualità dello stesso, garantiti dal noto marchio Aja, nonché la rispondenza delle condotte a tutte le altre prescrizioni imposte dallo stesso D.Lgs. n. 110 del 1992.
Il Collegio rileva che il motivo è infondato.
Il D.L. n. 110 del 1992, art. 3, attuativo della Direttiva Comunitaria n. 98/108, come ha ricordato lo stesso ricorrente, prevede infatti che "le materie prime destinate alla produzione di alimenti surgelati devono essere sane, in buone condizioni igieniche, di adeguata qualità merceologica e devono avere il necessario grado di freschezza. La preparazione dei prodotti da surgelare e l\'operazione di surgelazione devono essere effettuate senza indugio, mediante attrezzature tecniche tali da contenere al minimo le modifiche chimiche, biochimiche e microbiologiche". In proposito il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, con adeguata motivazione, ha rilevato che il prodotto era stato surgelato pochi giorni prima della scadenza del prodotto fresco. Il procedimento di surgelamento si poneva quindi in netto contrasto con il disposto del citato del D.Lgs. n. 110 del 1992, art. 3, secondo cui la preparazione dei prodotti da surgelare e l\'operazione di surgelamento debbono essere effettuate " senza indugio", mediante attrezzature tali da contenere al minimo le modifiche chimiche, biologiche e microbiologiche.
Nel caso in esame, invece, si era surgelato un alimento fresco, già confezionato da altro produttore, nella specie l\'Aja, che aveva avuto tutto il tempo per essere confezionato, distribuito, commercializzato ed acquistato dalla stessa SIR.
Correttamente quindi il Tribunale ha ritenuto sussistente il mancato rispetto della prescrizione relativa alla tempestività dell\'operazione di surgelamento con riferimento al disposto della normativa sopra richiamata e la sussistenza del reato contestato all\'imputato.
Rileva in proposito il Collegio che la fattispecie disciplinata nella della L. 30 aprile 1962, n. 283, art. 5, lett. b), prescinde dalla nocività concreta della cosa, essendo sufficiente che non siano state osservate le prescrizioni igienico sanitarie idonee a garantire la buona conservazione del prodotto ed il pericolo, anche solo eventuale di una sua contaminazione o alterazione.
Ricorre quindi l\'ipotesi contravvenzionale della detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione, di cui alla L. 30 aprile 1962, n. 283, art. 5, quando la loro congelazione o surgelazione sia avvenuta, come nel caso in esame, con modalità tali da non garantire la corretta conservazione del prodotto" (Cass. Pen. sez. 3 sent. 24 giugno 1999, n. 9909).
Va quindi respinto il ricorso, con conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali.
P.Q.M.
Rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali.
Così deciso in Roma, il 16 ottobre 2007.
Depositato in Cancelleria il 18 dicembre 2007