Piromani e
fuochisti
di Luca Ramacci
pubblicato su "La Nuova Ecologia" luglio
2005
Puntuale come il tormentone canoro, con l’estate torna l’allarme incendi. Sarà che anche per loro cominciano le ferie, o sarà a seguito di un colpo di calore, ma in questo periodo tornano in azione quelli che la stampa bonariamente definisce “piromani”.
La nostra legislazione in materia di incendi è molto severa. Il codice penale prevede da sempre il reato di incendio doloso come delitto contro l’incolumità pubblica. Prevedeva anche, quale aggravante dell’incendio, quella del fatto commesso «su boschi, selve o foreste». Il diffondersi degli incendi boschivi ha spinto però il legislatore a introdurre, nel 2000, una nuova e autonoma figura di reato, quello di “incendio boschivo”, con un considerevole inasprimento delle pene previste. Alle modifiche del codice penale seguiva anche una legge quadro sugli incendi boschivi (la n. 353 del 2000), finalizzata alla conservazione e alla difesa del patrimonio boschivo nazionale dai roghi. Lo spiegamento di uomini e mezzi via terra e via cielo, avrebbe consentito lo svolgimento coordinato di attività di previsione, prevenzione e lotta attiva. Stavolta insomma le sanzioni ci sono, e pesanti. Chi viene sorpreso ad appiccare un incendio a un’area boscata non se la cava con poco.
Il problema, però, è proprio “sorprenderlo”, individuare i responsabili. Nell’esperienza quotidiana, infatti, a subire le sanzioni sono soltanto pochi sprovveduti che, pulendo il loro terreno dalle sterpaglie, appiccano fuochi dei quali perdono il controllo. Dei fuochisti seri, invece, non c’è quasi mai traccia.
A questo proposito, va segnalato un altro fatto curioso. Parlando con un forestale stufo di rincorrere i fantasmi ogni estate, lo abbiamo sentito auspicare una verifica: chiedeva di accertare se all’incremento dei mezzi antincendio corrispondesse un aumento dei roghi appiccati. Invece di dedicarsi ad indagini più concrete, elencava maliziosamente i costi di manutenzione e di gestione. Invitava anche a verificare se la distruzione di essenze arboree più pregiate (quindi più costose da ripristinare) avvenisse con maggiore frequenza. Dopo quell’incontro ho riflettuto, e mi pare di ricordare che una volta si andava per boschi anche a cuocere le salsicce per il picnic, ma di incendi non se ne parlava. Forse ricordo male o forse c’era meno attenzione, ma quando negli incontri pubblici racconto l’aneddoto del forestale, certi sorrisi e certi sguardi mi fanno sospettare che forse la verifica sollecitata potrebbe portare qualche sorpresa.