Un parto travagliato ha preceduto l’entrata in vigore del Decreto legislativo 42008 noto come “correttivo al T. U. ambientale” denominazione impropria, quest’ultima del D.Lv. 1526.
Si tratta di un’operazione di restyling voluta dal ministro dell’ambiente ma che non ha sortito gli effetti sperati.
E’ infatti una riforma monca, che rimedia solo in parte alle “stranezze” del decreto 152 e non senza errori.
Si tratta non solo di imprecisioni testuali (una fra tutte: le “nonne tecniche” di cui parla nell’art. 181, ma anche della consueta sciatteria con la quale si redigono le norme, aggiungendo e togliendo senza troppa attenzione.
L’articolo 2 del Dlv. 42008, infatti, modifica due volte, in modo differente, l’articolo 107, comma terzo sullo smaltimento dei rifiuti triturati in fognatura: prima con il comma 8bis, evidentemente inserito in un secondo momento e poi con il comma 19.
In altri casi, invece, sembra si voglia riallineare la normativa nazionale a quella comunitaria anche se l’Italia continua a collezionare condanne dalla Corte di Giustizia con un record, a dicembre 2007, di 4 in un giorno solo.
Tra le novità di rilievo, va ricordata la rimodulazione della nozione di scarico che traccia nuovamente un confine netto tra reflui e rifiuti liquidi, reso volutamente vago dal decreto del 2006 anche se la dottrina e la giurisprudenza della cassazione vi avevano posto rimedio.
Sono state poi modificate alcune definizioni fornendo in alcuni casi, come per i sottoprodotti, criteri più precisi per l’individuazione.
Spariscono, per fortuna, classificazioni tutte italiane, come quelle riguardanti le ceneri di pirite e le m.p.s. da attività siderurgica, mentre un ridimensionamento riguarda altre sostanze, come le terre e rocce da scavo, i rifiuti militari ed il combustibile da rifiuto.
Sorprendentemente anche l’articolo 185, quello che contiene l’elenco delle sostanze sottratte alla disciplina dei rifiuti, è stato sfoltito. Vedremo quanto resisterà alle pressioni del mondo imprenditoriale che, nel passato, ha fortemente influito sui contenuti di questa importante disposizione per adattarla alle proprie esigenze.
Ritorna, invece, l’Osservatorio nazionale già contemplato dal decreto Ronchi, mentre altre novità importanti riguardano le iscrizioni nell’Albo Nazionale e la vidimazione dei registri innovazione, quest’ultima, che ha creato non poche apprensioni negli operatori, incerti sull’utilizzabilità, ad esaurimento, dei vecchi registri.
Altre piccole modifiche ed aggiustamenti, con riferimento alla materia dei rifiuti, completano l’opera che vede anche l’inserimento, nella parte prima, di alcuni importanti principi generali adottati in attuazione delle disposizioni comunitarie e costituzionali e che stridono, però, in modo evidente, con la realtà dei fatti. Uno sguardo fugace alla situazione della Campania è infatti sufficiente per ricordarci quanto cammino c’è ancora da fare perché l’Italia possa essere annoverata tra i paesi civili.