Il lato...oscuro dei rifiuti
di Luca RAMACCI
Pubblicato nella rubrica "LegislAttivi" in Rifiuti Oggi n. 2-2008
Normalmente, l’attività di gestione illecita di rifiuti riguarda situazioni facilmente individuabili, come ad esempio nei casi di abbandono o realizzazione di discarica abusiva.
I comportamenti sono evidenti e l’attività di chi deve accertare il reato è, tutto sommato, abbastanza facile.
C’è però, nella gestione dei rifiuti, un “lato nascosto” particolarmente insidioso e fonte di pericoli per l’ambiente e per la salute delle persone.
Si tratta di tutti quei casi in cui queste attività vengono camuffate per sembrare perfettamente legali.
La fantasia dei trafficanti, in questi casi, è smisurata.
Tra i tanti episodi di cronaca, basta ricordare l’utilizzazione di rifiuti pericolosi come “ammendanti”, gli scarti di materiale isolante per cavi elettrici usato come fondo per gli ippodromi, i rifiuti utilizzati per riempire le cave esaurite o come sottofondo stradale, i rifiuti mascherati da “combustibili” o componenti del cemento.
E’ capitato, in un caso, che un terreno coltivato a grano venisse “concimato” con ammendanti che, in realtà, erano rifiuti pericolosi provenienti da bonifiche.
Il raccolto veniva venduto ad un grossista che, come sempre avviene, lo conservava alla rinfusa insieme ad altro grano poi venduto alle aziende alimentari.
Il cereale contaminato entra così nel circuito alimentare senza che si possa individuare se sia finito nei biscotti o nella pasta che utilizziamo tutti i giorni.
Il pericolo poi aumenta per le scarse informazioni fornite ai consumatori finali per prevenire ripercussioni economiche per i produttori (il caso della mozzarella di bufala alla diossina costituisce un esempio noto).
Ma l’esempio appena visto riguardava un fenomeno contenuto, poiché il terreno interessato era di pochi ettari.
Ciò che invece preoccupa è la ormai diffusa utilizzazione di questi sistemi da parte della criminalità organizzata.
Basta leggere, per capire la portata del fenomeno, una recente decisione della Cassazione (n.9418\2008) in tema di “disastro ambientale”.
Dopo numerose intercettazioni telefoniche, appostamenti, riprese filmate, sequestri ed altre attività di indagine è stata scoperta dagli inquirenti una organizzazione criminale dedita al traffico illecito di rifiuti speciali pericolosi (fanghi da depurazione e rifiuti liquidi di navi) destinati a centri di compostaggio che, invece di essere adeguatamente trattati, venivano smaltiti su terreni agricoli o in corsi d’acqua.
Il tutto attraverso un meccanismo complesso che vedeva coinvolti i produttori dei rifiuti, i gestori degli impianti di compostaggio e delle ditte di trasporto oltre ai titolari delle aziende agricole che rendevano possibile lo smaltimento sui loro terreni.
E’ un fenomeno, questo, che si sta diffondendo in maniera esponenziale e che va considerato con attenzione perché il numero dei casi accertati è sicuramente una minima parte.
Pare ne siano consapevoli i trafficanti che, con evidente ironia, eccedono nell’uso del termine “ecologia” nella denominazione delle loro aziende.