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"Testone" di nome e di fatto
di Luca RAMACCI
Pubblicata sulla rubrica "Ecolex" in La Nuova Ecologia Gennaio 2007
Il “testone unico ambientale”, figlio degenere
della “pornolegge”, ha compiuto i primi mesi di
vita.
Elaborato a tempo di record dai famosi “saggi”,
è
formato da oltre 700 pagine la cui comprensione risulta talvolta
più difficile delle centurie di Nostradamus.
Ci si è chiesti, ad esempio, cosa intende
l’articolo 199,
comma 3 lettera f) per “versamento sul terreno di discariche
di
rifiuti civili…” cercando di immaginare con quali
modalità tecniche si possa “versare una
discarica”
e, soprattutto, cosa siano i rifiuti “civili” che
in altre
parti del testo non compaiono.
Un uso poco accorto del “copia e incolla” ha reso
criptica
l’individuazione degli scarichi “nuovi”
mentre la
voce R14 dell’allegato C alla parte quarta, inserendo tra le
attività di recupero il “deposito temporaneo
irregolare”, ne rende in teoria possibile
l’autorizzazione.
Si potrebbe continuare, aumentando l’effetto comico. Ma se
pensiamo che tutto ciò è legge dello stato,
c’è ben poco da ridere.
I decreti attuativi del “Testone” sono stati
emanati in
tutta fretta dal precedente governo mentre l’attuale ministro
ha
comunicato che devono ritenersi privi di efficacia giuridica.
C’è così chi dice siano
“sospesi”,
mentre altri affermano che sono validi ma impugnabili con successo
davanti al giudice amministrativo.
Quest’ultimo, però, in una prima pronuncia su una
richiesta di sospensiva, ha detto che non c’è
nulla da
sospendere perché vi ha già provveduto il
Ministro. Un
altro bel pastrocchio.
Sono state poi sollevate due questioni di legittimità
costituzionale in materia di terre e rocce da scavo e di ceneri di
pirite, escluse dalla categoria dei rifiuti nonostante ne posseggano
tutte le caratteristiche.
Intanto il legislatore comincia ad attuare le prime modifiche.
Con la Legge 228-2006 ha posticipato l’entrata in vigore
della
parte seconda in materia di VIA VAS e IPPC, mentre con il D.Lv.
284-2006 ha introdotto un regime transitorio conseguente alla
soppressione delle Autorità di bacino ed ha eliminato
l’“Autorità di Vigilanza sulle risorse
idriche e sui
rifiuti”, prorogando il termine per l’adeguamento
dello
Statuto del Conai ai principi del “testo unico”.
E’ ancora poco, ma il Consiglio dei Ministri ha
già
approvato, in via preliminare, importanti ed urgenti modifiche che si
spera di vedere presto in gazzetta ufficiale senza i soliti
aggiustamenti suggeriti dal mondo imprenditoriale che già
mugugna.
Auguriamoci solo che, alla fine, non sia peggio la toppa del buco come
dice un proverbio veneziano.
Luca RAMACCI
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