Possibilità di classificazione di un rifiuto con origine sconosciuta
di Mauro SANNA
Pubblicato su unaltroambiente.it. Si ringraziano Autore ed Editore
Come è noto la normativa relativa ai rifiuti prevede che la classificazione avvenga sulla base della loro origine, infatti, l’introduzione all’Elenco Europeo dei Rifiuti – EER, definito dalla Decisione 2000/532/CE, modificata dalla Decisione 2014/955/UE , stabilisce che i rifiuti siano identificati sulla base della fonte che li genera.
L’elenco contiene i diversi tipi di rifiuto possibili, suddivisi in 20 capitoli definiti con codici di due cifre, ulteriormente suddivisi in sottocapitoli con codici a quattro cifre, contenenti i rifiuti distinti in voci identificate con codici di sei cifre.
Pertanto per individuare un rifiuto nell’elenco occorrerà conoscere la fonte che lo genera per risalire poi progressivamente al codice a sei cifre che gli compete.
Sempre sulla base della normativa, allegato D alla parte IV del D.Lgs. 152/06, è previsto che la classificazione dei rifiuti sia effettuata dal produttore che assegna ad essi il competente codice EER, applicando le disposizioni della decisione 2000/532/CE.
In varie occasioni avviene però di essere in presenza di un rifiuto di cui non si conosce l’origine ma con la necessità di assegnare ad esso il codice EER che potrebbe competergli. Questa circostanza si presenta quando:
– è un rifiuto abbandonato o comunque non è noto il produttore o il processo produttivo che lo ha originato;
– per procedere al suo smaltimento è necessario conoscere il codice EER per verificare se ammissibile all’impianto di destinazione;
– il codice EER è necessario per definire in modo completo la contestazione di un reato da parte della polizia giudiziaria;
– il codice EER da applicare è indispensabile per contestare la errata classificazione di uno specifico rifiuto.
In tutte queste circostanze sarà necessario tentare di individuare l’origine del rifiuto basandosi semplicemente sulle sue caratteristiche visive e per quanto possibile mediante analisi di laboratorio, così da poter definire se non il codice EER che gli compete almeno il sottocapitolo relativo.
Per tentare di individuare, sulla base delle sue caratteristiche fisiche, chimiche, biologiche e merceologiche il codice che può competere ad un rifiuto solido, di cui non è nota l’origine si evidenzieranno qui di seguito gli elementi riportati nei diversi capitoli dell’Elenco Europeo dei Rifiuti da considerare per determinare se non il possibile codice EER da attribuirgli, almeno il sottocapitolo a cui appartiene.
Per quanto riguarda i rifiuti liquidi invece il loro aspetto visivo sarà in generale di scarso aiuto e non si potrà fare a meno di ricorrere all’analisi chimica di laboratorio che solo in rari casi potrà comunque essere di ausilio per il loro riconoscimento e quindi per la loro classificazione.
Al fine di applicare la metodica suddetta, si ritiene utile suddividere i capitoli dell’Elenco Europeo dei Rifiuti in gruppi tenendo conto dei diversi elementi utilizzati per costituirli:
- il trattamento subito dal rifiuto
- le caratteristiche particolari del rifiuto
- la natura del rifiuto
- il processo industriale da cui origina il rifiuto
- l’origine non industriale del rifiuto
I capitoli ed i sottocapitoli dell’Elenco Europeo dei Rifiuti i sulla base degli elementi specifici considerati in ciascuno di essi possono suddividersi in cinque gruppi:
- I Gruppo: Rifiuti derivanti da trattamenti,
- II Gruppo: Rifiuti individuati sulla base di una loro caratteristica peculiare
- III Gruppo: Rifiuti individuati come tali indipendentemente dalla loro origine
- IV Gruppo: Rifiuti individuati sulla base dell’origine industriale
- V Gruppo: Rifiuti urbani
Per individuare il possibile codice EER da attribuire al rifiuto incognito da classificare, si prenderanno in considerazione progressivamente nell’ordine sotto riportato i diversi capitoli dell’Elenco Europeo dei Rifiuti EER, suddivisi nei suddetti gruppi, verificando in quale di questi sia presente il codice che gli compete.
I Gruppo – Rifiuti derivanti da trattamenti
Capitolo 19 00 00 Rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti, impianti di trattamento delle acque reflue fuori sito, nonché dalla potabilizzazione dell’acqua e dalla sua preparazione per uso industriale.
Questo capitolo prende in considerazione i rifiuti generati a loro volta dal trattamento di rifiuti, i rifiuti provenienti dal trattamento delle acque per la loro potabilizzazione e per la preparazione per uso industriale e per la produzione per uso industriale, rappresentati perciò da fanghi, grigliato, sedimenti o materiale leggero surnatante, materiale filtrato, i quali, proprio per aver subito dei trattamenti potranno essere più facilmente distinti.
Infatti i rifiuti di questo capitolo, già a seconda dei trattamenti subiti possono presentare visivamente specifiche caratteristiche.
Essi sono distinti da quelli di tutti gli altri capitoli che hanno una origine diretta da cicli di produzione o consumo e possono essere definiti di “seconda generazione”, provenendo dal trattamento di rifiuti prodotti in altre attività.
I rifiuti solidi del capitolo 19 del EER, sulla base del tipo di rifiuto originario trattato e del tipo di trattamento subito, sono distinti nei diversi sottocapitoli:
1) trattamenti termici
2) trattamenti chimici
3) trattamenti di stabilizzazione
4) trattamenti di vetrificazione
5) trattamenti biologico aerobici
6) trattamenti biologico anaerobici
7) trattamenti delle acque reflue
8) trattamenti delle acque da potabilizzare o dar utilizzare nell’industria
9) frantumazione di rifiuti metallici
10) rigenerazione dell’olio
11) trattamenti meccanici
Sottocapitolo 19 01 00 rifiuti da incenerimento o pirolisi di rifiuti
Questi rifiuti sono costituiti da residui di combustione, quali ceneri e scorie o materiali impiegati negli impianti di combustione o nel trattamento delle emissioni prodotte nei processi di depurazione o di abbattimento dei fumi o delle emissioni prodotte nei processi di combustione.
Sottocapitolo 19 02 00 Rifiuti prodotti da specifici trattamenti chimico-fisici di rifiuti industriali (comprese decromatazione, decianizzazione, neutralizzazione)
I rifiuti solidi di questo sottocapitolo sono rappresentati da fanghi derivati da processi di precipitazione di soluzioni contenenti inquinanti costituiti da sostanze inorganiche che, per il loro specifico aspetto, saranno facilmente distinguibili visivamente, eventualmente coadiuvati da una analisi chimica di laboratorio, e si potrà quindi assegnare il codice della categoria specifica che gli compete. Meno facile sarà distinguerli da rifiuti simili previsti da altri capitoli dell’elenco.
Sottocapitolo 19 03 00 Rifiuti stabilizzati/solidificati
Questi rifiuti, trattati per essere stabilizzati, specie quelli solidificati, saranno facilmente riconoscibili per il loro aspetto morfologico.
Sottocapitolo 19 04 00 Rifiuti vetrificati e rifiuti di vetrificazione
Anche questi rifiuti come i precedenti saranno facilmente riconoscibili per il loro aspetto morfologico.
Sottocapitolo 19 05 00 Rifiuti prodotti dal trattamento aerobico di rifiuti solidi
Questi rifiuti per le loro caratteristiche morfologiche ed in particolare per quelle olfattive saranno facilmente riconoscibili rispetto alle altre tipologie di rifiuti derivanti da lavorazioni industriali.
Sottocapitolo 19 06 00 Rifiuti prodotti dal trattamento anaerobico dei rifiuti
Anche questi rifiuti, come i precedenti, per le loro caratteristiche morfologiche ed in particolare per quelle olfattive anche diverse da quelle dei rifiuti prodotti dal trattamento aerobico, saranno facilmente riconoscibili rispetto alle altre tipologie di rifiuti derivanti da lavorazioni industriali.
Sottocapitolo 19 07 00 Percolato di discarica
Questo rifiuto, come la maggior parte dei rifiuti liquidi, non conoscendo la sua origine non potrà essere identificato e quindi potrà essere caratterizzato e classificato solo mediante analisi chimica.
Sottocapitolo 19 08 00 Rifiuti prodotti dagli impianti per il trattamento delle acque reflue, non specificati altrimenti
I rifiuti elencati in questo sottocapitolo, costituiti da fanghi, grigliato, sedimenti, materiale leggero surnatante, materiale filtrato, per il loro specifico aspetto sarà semplice assegnarli a questo sotto capitolo. Più difficoltoso sarà invece distinguerli da quelli simili degli altri capitoli dell’elenco ed assegnargli il codice della categoria specifica a cui appartengono.
I fanghi potranno comunque essere distinti tra quelli derivanti da trattamenti biologici e quelli da trattamenti chimici e potranno comunque essere differenziati dalle sabbie e dal materiale vagliato.
I fanghi, specie quelli di origine industriale, possono però essere confusi con quelli previsti da altri capitoli dell’elenco almeno che in essi non siano rilevabili particolari traccianti chimici propri delle lavorazioni da cui derivano.
Sottocapitolo 19 09 00 Rifiuti prodotti dalla potabilizzazione dell’acqua o dalla sua preparazione per uso industriale
Questi rifiuti, anche essi costituiti da fanghi, grigliato, sedimenti, materiale leggero surnatante, materiale filtrato, per il loro specifico aspetto, sarà semplice assegnarli a questo capitolo, più difficoltoso sarà invece distinguerli da quelli simili del sotto capitolo precedente ed assegnargli il codice della voce specifica che gli compete.
I fanghi, specie quelli di origine industriale, potrebbero essere confusi con quelli previsti da altri capitoli dell’elenco almeno che in essi non siano rilevabili particolari traccianti chimici propri delle lavorazioni da cui derivano.
Anche questi fanghi potranno comunque essere distinti tra quelli derivanti da trattamenti biologici e quelli da trattamenti chimici e differenziati dalle sabbie e dal materiale vagliato e dagli altri materiali di scarto impiegati nei processi di trattamento delle acque.
Sottocapitolo 19 10 00 Rifiuti prodotti da operazioni di frantumazione di rifiuti contenenti metallo
Considerata la loro particolare natura metallica questi rifiuti saranno facilmente individuabili, in particolare il fluff, per il suo specifico aspetto e composizione merceologica.
Sottocapitolo 19 11 00 Rifiuti prodotti dalla rigenerazione dell’olio
Questi rifiuti potranno essere distinti dagli altri solo per la presenza in essi di oli, ma sarà estremamente difficile poterli distinguere da tutte le altre categorie di rifiuti riportate nell’elenco nei diversi capitoli senza conoscere la loro effettiva origine. Allo stesso modo, sarà estremamente difficile distinguere i fanghi di questa sezione da quelli previsti in altri capitoli, almeno che il contenuto di olio in essi presente non sia macroscopico.
Sottocapitolo 19 12 00 Rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti (ad esempio selezione, triturazione, compattazione, riduzione in pellet) non specificati altrimenti
In questo sottocapitolo le diverse categorie di rifiuto sottoposte a trattamento sono distinte in funzione dei materiali che li compongono, prevedendo anche una categoria residuale, non riferibile a rifiuti costituiti da uno specifico materiale, relativa a materiali misti. Tali rifiuti quindi, sottoposti a trattamento mediante selezione, triturazione, compattazione, riduzione in pellet, potranno essere distinti in relazione al materiale che li compone.
Sottocapitolo 19 13 00 Rifiuti prodotti dalle operazioni di bonifica di terreni e risanamento delle acque di falda
I rifiuti solidi di questa sezione potranno essere distinti soltanto in rifiuti solidi e fanghi, sarà estremamente difficile che essi possano essere attribuiti ad attività di bonifica specie se essi non hanno perso le caratteristiche originarie che li farebbero assegnare direttamente al ciclo produttivo da cui derivano. Per quanto riguarda i fanghi previsti da questo capitolo, potranno essere distinti solo quelli che presentano un contenuto terroso, gli altri, infatti, saranno del tutto paragonabili a quelli derivanti dal trattamento delle acque previsti dagli altri capitoli dell’elenco.
II Gruppo – Rifiuti individuati come tali indipendentemente dalla loro origine
Capitolo 16 00 00 RIFIUTI NON SPECIFICATI ALTRIMENTI NELL’ELENCO
Questo è un altro capitolo particolare che si distingue dagli altri capitoli dell’elenco per la sua organizzazione ed il suo carattere residuale.
Questo capitolo infatti non fa riferimento ai processi produttivi che possono aver generato i rifiuti ma ai rifiuti stessi, infatti già in ogni sottocapitolo prevede classi di rifiuti specifici quali: i veicoli fuori uso, apparecchiature elettriche ed elettroniche, prodotti fuori specifica, gas in contenitori a pressione, prodotti chimici di scarto, batterie ed accumulatori esauriti, materiali refrattari, che sono poi suddivisi in categorie in relazione alle loro caratteristiche ed alle specifiche parti del rifiuto prese in considerazione.
Per questo tipo di rifiuti, se presenti in partite omogenee, oltre ad individuare il sottocapitolo a cui riferirli sarà anche possibile assegnare il codice EER che gli compete.
Capitolo 15 00 00 RIFIUTI DI IMBALLAGGIO, ASSORBENTI, STRACCI, MATERIALI FILTRANTI E INDUMENTI PROTETTIVI
Questo capitolo, come il 16 00 00, non fa riferimento ai processi produttivi che possono aver generato i rifiuti ma a specifici rifiuti e comprende gli imballaggi distinti in categorie a seconda dei materiali che li compongono. Per questo tipo di rifiuti sarà quindi semplice individuare alche il codice EER che ad essi compete.
Il medesimo capitolo comprende anche assorbenti, materiali filtranti, stracci e indumenti protettivi ai quali, se presenti in partite omogenee, sarà possibile anche assegnare il codice EER che gli compete.
Capitolo 14 00 00 SOLVENTI ORGANICI, REFRIGERANTI E PROPELLENTI DI SCARTO
Anche il capitolo 14 non fa riferimento ai processi produttivi che possono aver generato i rifiuti ma ai rifiuti stessi, essi sono costituiti dai fanghi o rifiuti solidi contenenti altri solventi. Ad essi, se presenti in partite omogenee, sarà possibile anche assegnare il codice EER che gli compete.
Capitolo 13 00 00 OLI ESAURITI E RESIDUI DI COMBUSTIBILI LIQUIDI
Anche questo capitolo non fa riferimento ai processi produttivi che possono aver generato i rifiuti ma a specifici rifiuti costituiti da materiale oleoso. Poiché appartengono a questo capitolo solo i fiuti liquidi questi non essendo nota l’origine potranno essere qualificati soltanto come rifiuti oleosi.
Capitolo 18 00 00 RIFIUTI PRODOTTI DAL SETTORE SANITARIO E VETERINARIO O DA ATTIVITÀ DI RICERCA COLLEGATE (TRANNE I RIFIUTI DI CUCINA E DI RISTORAZIONE NON DIRETTAMENTE PROVENIENTI DA TRATTAMENTO TERAPEUTICO)
Anche questo capitolo fa riferimento ad uno specifico tipo di rifiuto avente caratteristiche peculiari, infatti i rifiuti considerati in questo capitolo, per tipologia, sono in generale del tutto particolari e quindi facilmente riconoscibili. Essi infatti sono costituiti da scarti di medicinali e da confezioni di sostanze chimiche, bende, ingessature, lenzuola, indumenti monouso, assorbenti igienici, sacche per le flebo e tubicini di collegamento, ai quali in molti casi potrà essere assegnato anche il codice EER che gli compete.
III Gruppo – Rifiuti aventi origine e caratteristiche particolari
Capitolo 17 00 00 RIFIUTI DELLE OPERAZIONI DI COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE (COMPRESO IL TERRENO PROVENIENTE DA SITI CONTAMINATI)
I rifiuti del capitolo 17 dell’Elenco Europeo dei Rifiuti EER presentano caratteristiche peculiari diverse dagli altri rifiuti di origine industriale; rifiuti compresi in questo capitolo sono infatti costituiti da cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, gesso, legno, vetro e plastica, catrame e bitume, pezzi metallici, cavi e materiali isolanti, eternit, sia separati che in miscuglio, terra e rocce. A tali rifiuti se presenti in partite omogenee oltre ad individuare la sottosezione a cui riferirli sarà anche possibile assegnare il codice EER che gli compete
IV Gruppo – Rifiuti individuati sulla base dell’origine industriale
In questo gruppo sono inseriti i rifiuti individuati sulla base dei processi produttivi in cui son generati.
Capitolo 12 00 00 RIFIUTI PRODOTTI DALLA LAVORAZIONE E DAL TRATTAMENTO FISICO E MECCANICO SUPERFICIALE DI METALLI E PLASTICA
Questo capitolo come i successivi prende in considerazione i processi produttivi e specificatamente i rifiuti derivanti dal trattamento superficiale dei materiali lavorati. I rifiuti solidi considerati sono distinti in funzione del tipo di materiale lavorato e della morfologia del materiale di scarto della lavorazione.
In questo capitolo sono compresi anche gli scarti di materiali impiegati nei trattamenti ai quali, date le loro caratteristiche precipue, se presenti sarà possibile anche assegnare il codice EER.
Per i rifiuti liquidi sarà necessario invece procedere ad analisi per tentare di individuare l’origine e quindi il codice EER che gli compete.
Capitolo 11 00 00 RIFIUTI PRODOTTI DAL TRATTAMENTO CHIMICO SUPERFICIALE E DAL RIVESTIMENTO DI METALLI ED ALTRI MATERIALI; IDROMETALLURGIA NON FERROSA
La maggior parte dei rifiuti previsti da questo capitolo sono liquidi quindi per essi sarà necessario procedere ad analisi per tentare di individuare l’origine ed il codice EER che gli compete.
I rifiuti solidi previsti sono costituiti da fanghi e da scarti impiegati nelle lavorazioni per i quali sarà estremamente difficile poter risalire all’origine e quindi al codice EER che gli compete.
Capitolo 10 00 00 RIFIUTI PRODOTTI DA PROCESSI TERMICI
Questo è un capitolo notevolmente complesso che comprende numerosi sottocapitoli riguardanti lavorazioni completamente diverse l’una dall’altra.
Tra i rifiuti del sottocapitolo 10 01 00 Rifiuti prodotti da centrali termiche ed altri impianti termici (tranne 19), solo le ceneri leggere e pesanti sono facilmente individuabili e quindi classificabili, la rimanente parte dei rifiuti considerati, quali fanghi e residui di pulizia, saranno difficilmente distinguibili da rifiuti analoghi presenti negli altri capitoli dell’Elenco.
Egualmente, del capitolo 10 02 00 Rifiuti dell’industria del ferro e dell’acciaio sono individuabili e quindi classificabili solo le specifiche scorie, mentre i fanghi di depurazione e le polveri derivanti dall’abbattimento delle emissioni e dei fumi sanno del tutto simili visivamente a quelle elencate negli altri capitoli dell’Elenco.
Le medesime considerazioni valgono per i fanghi di depurazione e le polveri derivanti dall’abbattimento delle emissioni e dei fumi del sottocapitolo 10 03 00 Rifiuti della metallurgia termica dell’alluminio , potrebbero invece essere visivamente individuabili per le loro specifiche caratteristiche gli altri rifiuti previsti da questo sottocapitolo quali catrame della produzione degli anodi, scorie saline e frammenti di anodi, allumina.
Identiche considerazioni valgono per i rifiuti elencati nei sottocapitoli 10 04 00 Rifiuti della metallurgia termica del piombo, 10 05 00 Rifiuti della metallurgia termica dello zinco , 10 06 00 Rifiuti della metallurgia termica del rame.
Per quanto riguarda il sottocapitolo 10 07 00 Rifiuti della metallurgia termica di argento, oro e platino e per il 10 08 00 Rifiuti della metallurgia termica di altri minerali non ferrosi , i fanghi di depurazione e le polveri derivanti dall’abbattimento delle emissioni e dei fumi e particolato saranno del tutto simili visivamente a quelle elencate negli altri capitoli dell’Elenco, mentre per quanto riguarda le scorie e le schiumature potrebbe essere utile una analisi di laboratorio per individuare la loro origine e quindi classificarle.
Ferme restando le considerazioni svolte per i sottocapitoli precedenti, per i rifiuti previsti dal sottocapitolo 10 09 00 Rifiuti della fusione di materiali ferrosi e 10 10 00 Rifiuti della fusione di materiali non ferrosi, potrebbe essere possibile individuare i rifiuti costituiti dalle forme e dalle anime da fonderia.
Rifiuti particolari sono quelli del sottocapitolo 10 11 00 Rifiuti della fabbricazione del vetro e di prodotti di vetro che, specie se presenti in elevate quantità, potrebbero esser individuabili e quindi classificabili per il loro elevato contenuto di vetro, mentre, per quanto riguarda i fanghi di depurazione e le polveri derivanti dall’abbattimento delle emissioni e dei fumi valgono le considerazioni già svolte per i rifiuti elencati nelle precedenti sezioni.
Gli scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione e stampi di scarto a cui applicare i codici del sottocapitolo 10 12 00 Rifiuti della fabbricazione di prodotti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione , per la loro particolare composizione e morfologia potrebbero essere facilmente individuabili e quindi essere oggetto di classificazione.
Costituiscono un caso a parte i rifiuti del sottocapitolo 10 14 00 Rifiuti prodotti dai forni crematori spesso accompagnati da altri residui o resti riconoscibili.
Capitolo 09 00 00 RIFIUTI DELL’INDUSTRIA FOTOGRAFICA
Quesiti rifiuti anche se ormai quasi del tutto scomparsi sarebbero facilmente riconoscibili essendo costituiti da carta e pellicole per fotografia, contenenti argento o composti dell’argento o residui di apparecchiature fotografiche mono uso.
Capitolo 08 00 00 RIFIUTI DELLA PRODUZIONE, FORMULAZIONE, FORNITURA ED USO DI RIVESTIMENTI (PITTURE, VERNICI E SMALTI VETRATI), ADESIVI, SIGILLANTI E INCHIOSTRI PER STAMPA
Il capitolo 08 fa riferimento a processi produttivi specifici relativi alla produzione di vernici sigillanti ed inchiostri.
I rifiuti del primo sottocapitolo 08 01 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso nonché della rimozione di pitture e vernici sarà estremamente difficile che possano essere classificati da un soggetto che non sia il produttore stesso, data la notevole analogia che esiste, almeno visivamente, tra i diversi tipi di vernici specie quando costituiscono dei residui fuori specifica. Pertanto sarà in generale possibile individuare solo il sottocapitolo dell’elenco che gli compete distinguendoli solo in fanghi, scarti ed emulsioni.
Analoghe considerazioni valgono per i sottocapitoli 08 02 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di altri rivestimenti (inclusi materiali ceramici) , 08 04 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di adesivi e sigillanti (inclusi i prodotti impermeabilizzanti) e 08 03 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di inchiostri per stampa , salvo che per i toner per stampa previsti in quest’ultimo capitolo che saranno facilmente riconoscibili e classificabili.
Capitolo 07 00 00 RIFIUTI DEI PROCESSI CHIMICI ORGANICI
Il capitolo è suddiviso nei seguenti sottocapitoli:
07 01 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti chimici organici di base
07 02 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di plastiche, gomme sintetiche e fibre artificiali
07 03 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di coloranti e pigmenti organici (tranne 06 11)
07 04 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti fitosanitari (tranne 02 01 08 e 02 01 09), agenti conservativi del legno (tranne 03 02) ed altri biocidi organici
07 05 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti farmaceutici
07 06 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di grassi, lubrificanti, saponi, detergenti, disinfettanti e cosmetici
07 07 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti della chimica fine e di prodotti chimici non specificati altrimenti
La maggior parte dei rifiuti elencati nelle diverse categorie sono costituiti da miscele di liquidi diversi, mentre i rifiuti solidi elencati sono i generale rappresentati da fanghi, residui di filtrazione e di reazione, fondi, assorbenti esauriti dei quali per le considerazioni già svolte per la medesima tipologia di rifiuti presenti in altri capitoli, quando non si conosce la loro origine ed il processo che li ha generati è di fatto impossibile stabilire la categoria a cui appartengono ed assegnare il codice EER che gli compete.
Capitolo 06 00 00 RIFIUTI DEI PROCESSI CHIMICI INORGANICI
Il Capitolo è suddiviso nei seguenti sottocapitoli
06 01 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di acidi
06 02 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di basi
06 03 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di sali, loro soluzioni e ossidi metallici
06 04 00 Rifiuti contenenti metalli, diversi da quelli di cui alla voce 06 03
06 05 00 Fanghi prodotti dal trattamento in loco degli effluenti
06 06 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti chimici contenenti zolfo, dei processi chimici dello zolfo e dei processi di desolforazione
06 07 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti alogeni e dei processi chimici degli alogeni
06 08 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso del silicio e dei suoi derivati
06 09 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti fosforosi e dei processi chimici del fosforo
06 10 00 Rifiuti della produzione, formulazione, fornitura ed uso di prodotti chimici contenenti azoto, dei processi chimici dell’azoto e della produzione di fertilizzanti
06 11 00 Rifiuti dalla produzione di pigmenti inorganici ed opacificanti
06 13 00 Rifiuti di processi chimici inorganici non specificati altrimenti
Anche i rifiuti di questo capitolo come quelli del capitolo 07 dell’elenco sono liquidi; i rifiuti solidi elencati sono in generale rappresentati da fanghi, residui di reazione dei quali per le considerazioni già svolte per la medesima tipologia di rifiuti presenti in altri sottocapitoli, senza conoscere la loro origine ed il processo che li ha generati, sarà impossibile stabilire la categoria a cui appartengono ed assegnare il codice EER che gli compete. Solo effettuando delle analisi di laboratorio sarà possibile restringere il campo e rilevare almeno il sottocapitolo a cui il rifiuto indagato può essere assegnato.
Capitolo 05 00 00 RIFIUTI DELLA RAFFINAZIONE DEL PETROLIO, PURIFICAZIONE DEL GAS NATURALE E TRATTAMENTO PIROLITICO DEL CARBONE
Il capitolo è suddiviso nei seguenti sottocapitoli
05 01 00 Rifiuti della raffinazione del petrolio
05 06 00 R ifiuti prodotto dal trattamento pirolitico del carbone
05 07 00 R ifiuti prodotti dalla purificazione e dal trasporto di gas naturale
I rifiuti del sottocapitolo 05 01 00 sono quelli più comuni e quindi facilmente distinguibili da quelli degli altri sottocapitoli. Sarà comunque estremamente difficile poter individuare rifiuti a cui attribuire i codici EER di questa sottosezione presentando essi molte caratteristiche anche visive comuni con categorie di rifiuti ripotate in altre sottosezioni.
Capitolo 04 00 00 RIFIUTI DELLA LAVORAZIONE DI PELLI E PELLICCE, NONCHÉ DELL’INDUSTRIA TESSILE
Questo capitolo comprende due sottocapitoli, differenti l’uno dall’altro per il tipo di rifiuti considerati:
Sottocapitolo 04 01 00 Rifiuti della lavorazione di pelli e pellicce
Date le particolari caratteristiche visive dei rifiuti di questo sottocapitolo sarà abbastanza agevole distinguerli da altre categorie di rifiuti e quindi classificarli anche visivamente fatto salvo che per i fanghi per le considerazioni già svolte in proposito per altri capitoli.
Sottocapitolo 04 02 00 Rifiuti dell’industria tessile
Anche i rifiuti di questo sottocapitolo, almeno quelli contenenti fibre tessili grezze o lavorate, sono facilmente riconoscibili e quindi a queste sarà possibile assegnare il codice EER che si ritiene gli possa competere mentre per i fanghi valgono le considerazioni già sopra svolte.
Capitolo 03 00 00 RIFIUTI DELLA LAVORAZIONE DEL LEGNO E DELLA PRODUZIONE DI PANNELLI, MOBILI, POLPA, CARTA E CARTONE
Date le caratteristiche precipue dei rifiuti del sottocapitolo 03 01 00 Rifiuti della lavorazione del legno e della produzione di pannelli e mobili , rappresentati da scarti di corteccia e sughero, segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci, risulterà agevole identificarli e quindi assegnare ad essi il codice EER che gli compete.
Sottocapitolo 03 02 00 Rifiuti dei trattamenti conservativi del legno
Diversa invece è la situazione dei rifiuti previsti da questo sottocapitolo costituiti da prodotti per i trattamenti conservativi del legno, contenenti composti inorganici o organici aventi molte caratteristiche simili a quelle di composti presenti in altri capitoli dell’elenco e quindi difficilmente distinguibili da questi.
Sottocapitolo 03 03 00 Rifiuti della produzione e della lavorazione di polpa, carta e cartone
Particolari sono invece i rifiuti di questo sottocapitolo costituiti alcuni da scarti della selezione della carta e cartone e da fanghi aventi caratteristiche particolari per la presenza di inchiostri e di fibre e riempitivi che permettono di distinguerli dai fanghi riportati negli altri capitoli.
Capitolo 02 00 00 RIFIUTI PRODOTTI DA AGRICOLTURA, ORTICOLTURA, ACQUACOLTURA, SELVICOLTURA, CACCIA E PESCA, TRATTAMENTO E PREPARAZIONE DI ALIMENTI
Sottocapitolo 02 01 00 Rifiuti prodotti da agricoltura, orticoltura, acquacoltura, selvicoltura, caccia e pesca
Molti dei rifiuti di questo sottocapitolo, costituiti da scarti di tessuti animali e vegetali, feci animali, letame, rifiuti della silvicoltura e rifiuti agrochimici, per le loro caratteristiche particolari e specifiche sono facilmente distinguibili e classificabili mentre per i fanghi valgono le considerazioni già svolte.
Sottocapitolo 02 02 00 Rifiuti della preparazione e del trattamento di carne, pesce ed altri alimenti di origine animale
Le medesime considerazioni svolte per i rifiuti del sottocapitolo precedente valgono anche per alcuni rifiuti di questo sottocapitolo costituiti anche essi da scarti di tessuti, scarti del consumo o della trasformazione, che renderanno agevole la loro classificazione.
Capitolo 01 00 00 RIFIUTI DERIVANTI DA PROSPEZIONE, ESTRAZIONE DA MINIERA O CAVA, NONCHÉ DAL TRATTAMENTO FISICO O CHIMICO DI MINERALI
I rifiuti di questo capitolo per la loro omogeneità sono facilmente distinguibili da quelli previsti dagli altri capitoli
Sottocapitolo 01 05 00 Fanghi di perforazione ed altri rifiuti di perforazione
Fatta eccezione per i rifiuti di questo sottocapitolo che riguarda fanghi che non presentano particolari caratteristiche, i rifiuti degli altri sottocapitoli sono molto simili tra di loro per morfologia perché costituiti da rifiuti di estrazione, sterili, polveri e residui:
01 01 00 Rifiuti prodotti dall’estrazione di minerali
01 03 00 Rifiuti prodotti da trattamenti chimici e fisici di minerali metalliferi
01 04 00 Rifiuti prodotti da trattamenti chimici e fisici di minerali non metalliferi
Questi rifiuti possono essere distinti solo mediante analisi di laboratorio che individuino il metallo contenuto nei minerali trattati così da permettere di distinguerli per la loro specifica origine mineraria.
V Gruppo – Rifiuti urbani
Capitolo 20 00 00 RIFIUTI URBANI (RIFIUTI DOMESTICI E ASSIMILABILI PRODOTTI DA ATTIVITÀ COMMERCIALI E INDUSTRIALI NONCHÉ DALLE ISTITUZIONI) INCLUSI I RIFIUTI DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA
I rifiuti considerati nel capitolo 20 dell’Elenco Europeo dei Rifiuti sono suddivisi nei seguenti sottocapitoli
20 01 00 Frazioni oggetto di raccolta differenziata (tranne 15 01)
I rifiuti di questo sottocapitolo sono individuati dettagliatamente per composizione o per impiego e quindi se rinvenuti singolarmente sono agevolmente classificabili individuando il codice EER che gli compete.
20 02 00 Rifiuti prodotti da giardini e parchi (inclusi i rifiuti provenienti da cimiteri)
Analogo discorso vale anche per i rifiuti di questo sottocapitolo anche se in questo caso la loro descrizione è del tutto generica.
20 03 00 Altri rifiuti urbani
I rifiuti elencati in questo sotto capitolo, anche se definiti in modo aspecifico, date la loro particolarità dovrebbero risultare facilmente classificabili anche perché per essi non è necessario conoscere l’origine.
In conclusione procedendo di gruppo in gruppo e di capitolo in capitolo, sulla base dell’aspetto visivo e delle caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche del rifiuto da classificare si tenterà di determinare se non il codice EER che gli compete, almeno il sottocapitolo nel quale può essere compreso.
Tale procedura sarà più facilmente applicabile ed avrà maggiori probabilità di successo quando si tratterà di classificare grosse quantità di rifiuti specie se essi presentano caratteristiche omogenee tra loro.
Per quanto riguarda la classificazione dei rifiuti come pericolosi o non pericolosi , quando ad essi possono competere, in base alla ricerca sistematica sopra illustrata, due codici speculari, uno pericoloso ed uno non pericoloso, il codice da assegnare non potrà essere che quello del rifiuto pericoloso , mancando qualsiasi caratterizzazione da parte del produttore iniziale a cui questa competeva.
Tale determinazione sarà presa in considerazione anche sulla base di quanto precisato nella Comunicazione della Commissione — Orientamenti tecnici sulla classificazione dei rifiuti (2018/C 124/01) del 9.4.2018 che evidenzia che : se le informazioni raccolte sulla composizione dei rifiuti non consentono di trarre conclusioni o valutare le caratteristiche di pericolo presentate dai rifiuti, né mediante calcolo, né mediante l’esecuzione di prove sui rifiuti (omissis), l’operatore prende in considerazione la possibilità di classificare i rifiuti come pericolosi .