(GUCE 8 maggio 2003 - 2003/C 110 E/005)
INTERROGAZIONE SCRITTA E-0940/02 di Bart Staes (Verts/ALE) alla Commissione (9 aprile 2002)Oggetto:
Emissioni di gas nocivi dell’inceneritore di Reggio Emilia tra il 1o gennaio 2002 e il 10 febbraio 2002Tra il 1
o gennaio 2002 e il 10 febbraio 2002, l’inceneritore di rifiuti sito in via dei Gonzaga a Reggio Emilia, Regione Emilia-Romagna (Italia), e gestito dall’azienda municipalizzata AGAC ha emesso a più riprese sostanze nocive quali monossido di carbonio, acido cloridrico e carbonio organico totale. Le emissioni nocive e gli sforamenti del livello di emissioni non sono stati segnalati in tempo alla popolazione e alle autorità preposte; la notizia è emersa solo un mese dopo, in seguito all’esposto di un cittadino che, vivendo nelle vicinanze dell’impianto, ha accusato malesseri fisici.Può la Commissione far sapere se il silenzio di chi gestisce l’impianto e non ha informato nemmeno la
Provincia di Reggio Emilia durante il periodo di 40 giorni di emissioni nocive sia contrario alle norme comunitarie nel campo della salvaguardia della salute dei cittadini e dell’ambiente?L’inceneritore in questione rispetta le normative europee in materia di ambiente e salvaguardia della salute
dei cittadini?Risposta complementare
data dalla sig.ra Wallström a nome della Commissione (11 novembre 2002)Le autorità italiane non hanno ancora risposto alla richiesta di informazioni inviata dalla Commissione per
verificare se, con riferimento alle emissioni di gas nocivi dall’inceneritore di Reggio Emilia nel periodo compreso tra il 1o gennaio 2002 e il 10 febbraio 2002, il gestore abbia rispettato gli obblighi previsti dalle normative comunitarie e se adesso l’inceneritore soddisfi gli standard di emissione previsti a livello comunitario. La questione verrà discussa nelle prossime settimane in un incontro tra la Commissione e il ministro dell’Ambiente.In ogni caso la Commissione, che a questo riguardo ha avviato un’indagine di propria iniziativa, assicurerà
il rispetto del diritto comunitario nei limiti dei poteri ad essa conferiti dal trattato CE. Nel caso in cui
dovesse venire a conoscenza di una violazione, in qualità di custode del trattato CE la Commissione non esiterebbe ad adottare tutte le misure necessarie, compreso l’avvio di procedure di infrazione ai sensi dell’articolo 226 del trattato CE, al fine di garantire il rispetto delle pertinenti norme comunitarie.