QUALE FUTURO PER IL SISTRI? (dopo quanto si apprende dai media)

di Alberto PIEROBON

 

Sulla storia (un po’ criminale, un po’ da soap opera, un po’ quale cartina di tornasole di un certo modo di amministrare la pubblica amministrazione, e altro ancora) ci si permette rinviare, senza ulteriormente tediare il lettore, agli scritti sui quali (nel lungo tempo di gestazione e della sempre imminente operatività del SISTRI) ci siamo sforzati di argomentare intorno alla problematica della galassia del SISTRI1 e al suo… “diritto profano”2.

Dalle ultimissime “rivelazioni”, apparse l’altro giorno (10 maggio 2012) nel sito del quotidiano la Repubblica3 (e subito rimbalzate nella rete degli operatori che si scambiavano la informazione tra sms, mails, twitter, etc.), e pure dalla breve, ma densissima, ricostruzione fattane nel programma televisivo (Rai3) di Report di ieri sera (13 maggio 2012), assieme alla lettura del famoso (e mai fino ad ora reso noto) contratto secretato tra la Selex e il Ministero dell’Ambiente (ora leggibile nel citato sito de “La Repubblica”) emergono ulteriori (invero, per noi, “satellitari”) considerazioni da farsi.

Giova ricordare come il segreto di Stato apposto già nel 2007 (dal Ministero dell’epoca4) sul progetto istitutivo del SISTRI, segreto veniva ulteriormente “blindato” nel 2008 (con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri5), tanto da consentire (nel suo presupposto e/o richiamo) che l’avvio delle procedure di aggiudicazione o di individuazione del contraente con la PA potevano essere svolte senza le consuete procedure di evidenza pubblica (bensì, come pare, con l’affidamento diretto, ex art.17 del codice degli appalti, sulla base, appunto, della sola riservatezza) e, così pure, la contrattazione per le modalità esecutive del servizio di cui alla stipula del contratto con l’affidatario Selex-Sema (e, capitolo delicatissimo, dei subappaltatori vari, dotati – tra altro - del nulla osta sulla sicurezza, etc.).

L’apposizione del segreto (prima di Stato, poi – in un certo senso – “riservato”, di natura amministrativa) giustificava il rifiuto (anzi, precludeva) all’accesso agli atti relativi all’affidamento, da parte di chi (aziende softweristiche varie), nel frattempo, si era azionato avanti il TAR Lazio (soggetti e motivazioni sono meglio leggibili nei nostri articoli dianzi citati, ai quali si rinvia) avverso la disciplina del SISTRI, vertenza poi inaspettatamente conclusasi in via transattiva…..

Il costo del SISTRI - circa 60/70 milioni all’anno - sembra (sic!) ricadere in toto alle imprese. In realtà, per calcolare il cosiddetto “budget SISTRI” andrebbero sommati oltre ai canoni percepiti dagli utenti (anzi, soggetti obbligati all’iscrizione6), anche tutte le somme allocate nel bilancio ministeriale per lo start up, per i compensi alle commissioni in vario modo istituite e attivate, ed altri, calcolando altresì il tempo di effettivo impegno di quella parte della struttura pubblica – ministeri, altri enti, ecc. - che è stata in vario modo impegnata, per molto tempo, sul “fronte” del SISTRI.

E’ stato anche segnalato (dal PM Maresca in sede di audizione commissione bicamerale di inchiesta sui rifiuti7) come, per effetto dell’esistenza di un contratto di factoring, una parte di circa il 6-7% della somma di 60/70 milioni sarebbe stata destinata a favore delle banche che, appunto, anticipano le risorse finanziarie all’affidatario del servizio (questi aspetti non sarebbero emersi in sede di valutazione del progetto da parte della apposita Commissione costituita ad hoc).

Tra altro (e la trasmissione di ieri sera del programma Report sembra confermarne, implicitamente, i collegamenti) se è vero che il progetto nasce dal brevetto (pare registrato nel 2000) di un professionista, proprio questo professionista sembra aver poi svolto attività consulenziale per la Protezione Civile nell’ambito della emergenza della Regione Campania, per quanto riguarda la disgraziata vicenda del progetto noto come “Sirenetta” (e prima ancora SITRA). Inoltre, altre persone all’epoca sempre incaricati da (o incardianati ne) la Protezione Civile, curavano la “resurrezione” della “Sirenetta”, nonostante quel progetto avesse comportato inutili, rilevanti, spese (per oltre 6 milioni di vecchie Lire), senza poi considerarne la non utilizzazione, se non insuccesso. Ma, aspetto ancora più inquietante (e connesso alle trame dei poteri forti o delle sponsorizzazioni di italiano costume), sembra che queste persone, lavorino ora, a tempo pieno, proprio per la Selex,nell’ambito del progetto-contratto SISTRI…..

Di qui, l’opportunità (se non la necessità) che venga fatta luce nella carsica costruzione e nelle radicazioni profonde del SISTRI, ciò anche con riferimento ai vari soggetti che appaiono e scompaiono nel tempo (ma, che ancora ivi gravitano, facendo echeggiare altrui volontà).

Ora, detto seccamente e con tutte le cautele del caso, da quanto si capisce dalle cronache di stampa e dalla trasmissione di Report, il SISTRI:

  1. parrebbe un ennesimo espediente per “pompare soldi” in termini di consulenze, assunzioni, etc. a tacere d’altro8;

  2. non ha mai funzionato (almeno come dovrebbe), ma è stato sempre stampellato e, per così dire… “incentivato” (rectius, coartato) con sanzioni invero sproporzionate e irragionevoli9;

  3. è blindatissimo, peraltro a strafavore della Selex, col famoso contratto secretato che nelle sue numerose clausole garantisce alla medesima Selex una posizione contrattuale quantomeno priva di “seri” e significativi rischi imprenditoriali.

La chiarificazione di tutta la situazione dianzi cennata, si impone,dicevamo, quantomeno dal punto di vista erariale e puranche nei confronti dei soggetti che hanno diligentemente pagato il canone SISTRI (e, come è stato segnalato, le di molto “sovrapprezzate” attrezzature SISTRI), portando alla luce tutti gli incarichi relativi (direttamente, ma soprattutto indirettamente) al SISTRI, ovvero tutti i costi diretti e indiretti, le prebende, gli intrecci nei rapporti, eccetera, insomma tutte le somme e gli interessi che, in tutta questa vera e propria “ragnatela”, emergono, in particolare per tutte le risorse che sono state previste e/o accantonate, siano state, esse somme, liquidate o meno….

Ma la soluzione più pratica (senza tanti alambicchi giuridici) potrebbe essere quella di mettere per così dire ….. alla prova il SISTRI nella sua funzionalità effettiva e per come progettata (nonostante le numerose deroghe ed eccezioni nel frattempo introdotte).

Come sappiamo, il 30 giugno 2012 (dopo numerosi - dovrebbero essere nel complesso 12 - rinvii) il SISTRI dovrebbe finalmente partire, cioè entrare in vigore.

Se il SISTRI funzionerà nei modi contrattualmente previsti, almeno il danno potrà essere contenuto (fermo restando la necessità di chiarire la “ragnatela” di cui si è dato cenno, anche nei risvolti di cui ai recenti scoop mediatici), se invece –come noi pensiamo – il SISTRI imploderà - per sua stessa inconsistenza o incapacità o altro - allora non resterà che prenderne atto e rescindere il contratto in essere tra il Ministero dell’Ambiente e la Selex10, promuovendo una azione di risarcimento di danni da parte del Ministero nei confronti della Selex (a tacere, si ripete, degli altri aspetti del SISTRI di ordine erariale e penale che, comunque, dovranno essere chiariti in modo completo e, soprattutto, fin dalle sue “radici” aggrovigliatesi nel tempo).

E’ comunque improbabile pensare che il SISTRI, dopo tutte queste (larghe e incontrollate) spendite di denaro (pubblico), di energie (pubbliche e non) e di tempo (oltre che di pazienza da parte degli operatori tutti) verrà archiviato.

Semmai il SISTRI potrà partire in modo diverso (e qui c’è da aprire un capitolo sul suo “pensiero” e sul suo apparato sanzionatorio), ma più “lentamente” e meditatamente, tornando alle “origini”: prima potrà riguardare i rifiuti pericolosi, poi (forse) programmarsi anche per i rifiuti non pericolosi, comunque riscrivendone la disciplina in modo più rispettoso della normativa comunitaria, e così pure rimaneggiandone le sanzioni, tenendo conto (più che di pseudo esperti e/o chiacchieroni e/o di faccendieri) della scuola dei fatti11.

 

1 Citasi (non esaustivamente) i seguenti articoli pubblicati nella presente Rubrica “Speciale ambiente” della “Gazzetta enti locali on line”, ex multiis: I servizi pubblici e il sistri dopo la manovra di metà agosto: prime impressioni (5 parti: da agosto 2011 in poi); Ancora sul Sistri: dualità, l'apparente potenza del produttore, disposizioni rilevanti, il sistema informatico e le sanzioni (4 parti: dal 30 maggio al 20 giugno 2011); Il Sistri come patrimonio statale? (9 maggio 2011); La testunificazione del Sistri con decreto Mattm : solo un “raggruppamento” di definizioni? (2 maggio 2011); Il Mud come megafono della tracciabilità Sistri? (7 marzo 2011); Ultime novità (e ombre) sul Sistri (4 parti: dal 30 agosto al 13 settembre 2010); Sistri (Sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti): una prima ricostruzione (4 parti: dal 15 febbraio al 29 marzo 2010). Si vedano, altresì: Il Sistri come Governance dei rifiuti? Ortopedie, dermatologie,chirurgie, immunologie, in due parti pubblicate nella rivista “Diritto e giurisprudenza agraria, alimentare e dell’ambiente”, nn. 5 e 6/7, Roma, 2011; La gestione dei rifiuti nel sistri e nel codice: occorrono risonanze, più che concordanze, Ufficio Tecnico, n.6 , Rimini 2011; La gestione dei rifiuti e il‘‘congelamento’’ del Sistri: il punto per gli enti locali e loro aziende, Azienditalia, n.7, Milano, 2001. Da ultimo si veda il volume collettaneo, a cura di A.PIEROBON, Manuale di diritto e di gestione ambientale, Rimini, 2012, sia nelle tematiche ricostruttive, ma, soprattutto nelle note ai vari contributi attinenti (direttamente o indirettamente) al SISTRI.

2 In senso ironico, ci riferiamo a quanto ben osservata N. IRTI, Società civile, Milano, 1992, pag.2 <Il diritto sacro – il potere originario e sovrano, espresso in leggi stabili e generali – cede al diritto profano, allo stratificarsi di norme speciali, di regolamenti penetranti, di atti amministrativi particolari>.

4 L’allora Ministro A.Pecoraro Scanio sembra avesse sottoscritto il decreto di secretazione dell’iniziativa (allora allo stato di proposta) solo riferita alla gestione dei rifiuti pericolosi e solo in quanto il sistema traeva origine da non meglio precisate tecnologie “militari”.

5 Che (forse non è un caso….), riguardava anche la famosa questione dei siti protetti per gli impianti in Campania, in seguito alle note problematiche connesse all’emergenza e alle resistenze locali (o sociali) nei confronti della loro realizzazione.

6 Il che fa riflettere anche sulla natura del canone SISTRI che viene richiesto indipendentemente dalla fruizione del servizio, per cui più che un canone avente natura di corrispettivo si tratta di una sorta di tributo di finanziamento di una funzione (anche qui si rinvia ai nostri articoli leggibili nel sito www.pierobon.eu).

7 Audizione avvenuta in sede di Commissione parlamentare di inchiesta sulle attivita' illecite connesse al ciclo dei rifiuti il 15 settembre 2011, da parte del sostituto procuratore della Repubblica presso la direzione distrettuale antimafia di Napoli, Dott. Catello Maresca. L’audizione può ascoltarsi nel sito di radio radicale (www.radioradicale.it/scheda/335394).

8 Le squadre di calcio (vedi Report del 13 maggio 2012) diventano un veicolo (cosiccome avviene con i contratti di sponsorizzazione ed altri strumenti ancora) per erogare, per così dire…. “liberalità” e “spartire” somme di denaro di diversa provenienza. Va notato come quello dell’utilizzo delle squadre di calcio (e loro finanziamento) trattasi di un sistema in voga tra la criminalità che utilizza questi “enti” soprattutto per infiltrarsi nel “sociale” della comunità dove sono presenti: per esempio un gestore di rifiuti arrivato dal Sud al Nord per prima cosa cerca di crearsi “consenso” non solo tra i potentati locali – sindaci, amministratori, persone di rilievo, etc. – ma pure nel “sociale”, squadre di calcio, associazioni non profit, volontariato, pubblici esercizi, etc.,etc.. Il meccanismo pare essere (in generale) utile anche per “sbiancare” il “nero” e/o per elargire compensi (e/o tangenti) a qualcheduno…

9 Si tratta di capire quanto a favore dell’interesse pubblico e/o quanto a favore del soggetto privato e di quel che si agita “dietro” a questo soggetto. Sul punto ci si permette, ancora, rinviare ai nostri precedenti scritti sul SISTRI.

10 Dalle dichiarazioni, assai condivisibili, rese dall’attuale Ministro dell’Ambiente C. CLINI alla trasmissione di Report del 13 maggio 2012, sembra emergere questa posizione al contempo molto critica, però equilibrata, non pregiudiziale, improntata alla tutela dell’interesse pubblico sulla questione del SISTRI. Confidiamo che l’attuale apparato ministeriale possa condurre al ristabilimento di una situazione contrattuale, ma soprattutto di servizio pubblico, quantomeno accettabile per la comunità e per gli operatori tutti, senza farsi tirare (come è spesso avvenuto, indipendentemente dal colore del Governo di volta in volta al potere) la giacca dalle solite lobbies. La presenza, in sede ministeriale, di tecnici esperti e che conoscono di cosa stiamo parlando quali il Prof. Avv. P. Dell’Anno e l’Avv. M.Pernice sembrano confortarci e lasciano sperare in un nuovo corso, meno incline al richiamo delle sirene.

11 La VIII^ commissione della Camera dei Deputati (Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici) è stata convocata dal 14 al 18 maggio 2012 prevedendo all’o.d.g. per martedì 15 maggio l’esame al comitato ristretto della <Modifica all’articolo 14-bis del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, in materia di termini di operatività del sistema informatico di controllo della tracciabilità dei rifiuti (seguito esame C. 3885 Anna Teresa Formisano, C. 3989 Lanzarin, C. 4370 Anna Teresa Formisano, C. 4653 Guido Dussin – rel. Togni), auspichiamo che i componenti la Commissione decidano di affrontare, al di là della “partitica”, il SISTRI sotto la prospettazione dianzi illustrata, nel solo interesse pubblico.