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Legge delega ambientale: chi dobbiamo ringraziare?

di Luca RAMACCI

pubblicato su "La Nuova Ecologia" rubrica "Ecolex" dicembre 2005

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Alla fine lo hanno fatto veramente! I “saggi” scelti dal Ministro dell’ambiente hanno predisposto i decreti con i quali verrà praticamente stravolta la legislazione ambientale.

Alla fine del 2004, con la legge n. 308 (ufficialmente nota come “legge delega ambientale”, ma ribattezzata dagli addetti ai lavori, per i suoi contenuti, “pornolegge”) il legislatore ha avuto la bella pensata di delegare al governo il riordino della normativa ambientale.

L’operazione, preceduta da alcune discutibili disposizioni di immediata applicazione, prevedeva l’individuazione di esperti scelti dal ministro.

Il nomignolo affibbiato alla legge delega ha trovato subito conferma nell’illogicità delle disposizioni in materia di rottami ferrosi con le quali, furbescamente, si cercava di aggirare nuovamente la disciplina comunitaria mentre invece si sono varate, forse inconsapevolmente, disposizioni che, applicate alla lettera, risultano più gravose. Altro fallimento è stato il “condonicchio” paesaggistico - introdotto in fretta e furia dopo che la Cassazione aveva detto, nero su bianco, che nelle zone vincolate il condono edilizio non era quasi mai applicabile – così confuso da rendere inapplicabile (per fortuna) le nuove disposizioni com’era previsto e come ha recentemente confermato la Corte di Cassazione.

Le figuracce evidentemente non hanno avuto effetto perché, come se niente fosse, sono comparse alcune bozze dei decreti redatti dai “saggi”.

Non parlo dei contenuti, nella speranza che i ristretti tempi parlamentari e la opposizione delle Regioni facciano fallire questo ennesimo tentativo di normalizzare la legislazione ambientale.

Dobbiamo fare però attenzione ai tempi ed ai modi.

Normalmente, la scrittura di disposizioni complesse viene preceduta da ampi dibattiti tra gli addetti ai lavori. Vengono richiesti pareri, si ipotizza quali conseguenze pratiche potranno avere le norme da approvare, si verificano gli orientamenti della giurisprudenza.

Nel nostro caso, invece, in tempi ristrettissimi, praticamente pochi mesi, tutti i decreti sono stati redatti e, per farli approvare ai “saggi”, si è fatto ricorso all’insolita procedura della votazione… via e.mail.

Il silenzio più totale grava invece sui lavori.

Noi vorremmo conoscere il numero delle riunioni del comitato di esperti, i contenuti dei lavori, in modo da poter apprezzare il contributo scientifico dei singoli e le valutazioni che hanno determinato certe scelte al posto di altre. Fateci sapere, insomma, chi dobbiamo ringraziare.