Il sistema è composto, essenzialmente, da un generatore di corrente dedicato agli edifici residenziali che, collegato alle colonne montanti degli scarichi, si occupa, appunto, di generare Watt. Si tratta di un affare non da poco, se si considera, ad esempio, che ognuno di noi, utilizzando la toilette e gli altri servizi, lascia scivolare nelle tubature non meno di 250 litri di acqua al giorno.
Il funzionamento dell'idrogeneratore è semplice: l'acqua reflua che scende dalle tubature dell'edificio viene intercettata ed incanalata nella macchina che, con quattro turbine, permette l'attivazione del generatore di corrente elettrica.
L'energia prodotta viene poi utilizzata o nell'edificio stsso, magari per il funzionamento dell'ascensore, delle luci nelle scale o del giardino od ancora per gli impianti di condizionamento, oppure rivendendola al Gestore del Servizio elettrico, sull'esempio di quanto già avviene per gli impianti fotovoltaici.
L'HighDroPower promette, quindi, costi contenuti e risparmi interessanti (al di là degli incentivi sull'abitare sostenibile): in un edificio di sette piani è stato calcolato che le bollette potrebbero ridursi di una cifra pari a 1.160,00 euro all'anno (mica poco).
Il dottor Guy Bingham, a capo del corso universitario di design industriale, è convinto che l'idea dello studente Broadbent sia "davvero una novità nel settore della microgenerazione energetica" e che il prototipo reale sia "semplicemente fantastico", insomma, un vero Uovo di Colombo, ma si attende di vedere l'HighDroPower testato su campo, attraverso l'installazione in un edificio reale.
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Luigi Fanizzi
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