Ciao Perk!
La semplificazione, in verità, l'ha introdotta il legislatore, nel TUA, al medesimo art. 74, lett. h), da Te citato, nel momento in cui, definendo le acque reflue industriali, diverse dalle acque meteoriche di dilavamento, ha escluso, di fatto, queste ultime, dalla disciplina degli scarichi (rispetto alla antecedente versione, del TUA, che, invero, le includeva).
In merito alla definizione di scarico, l'immissione a cui il legislatore rimanda specificatamente in normativa, è quella di un qualsiasi refluo, effettuata tramite un collettamento stabile e continuo, dal suo ciclo di produzione al corpo ricettore finale.
Avendole escluse dalla disciplina degli scarichi, il legislatore all'art. 113 del TUA rimanda alle Regioni la disciplna dei casi, e non già degli scarichi, delle acque meteoriche di dilavamento, rispettivamente non contaminate e contaminate da sostanze pericolose o comunque ambientalmente pregiudizievoli (cd
acque di prima pioggia), di cui al comma 1, lett. b) e comma 3.
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